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City nelle chat con i lettori


Durante il periodo in cui è in linea il sito abcity.it allestito dalla Rizzoli in occasione dell'uscita di City, sono organizzati tre incontri con i lettori in forma di chat.

Il primo incontro ha luogo il 29 giugno del 2000, poco più di un anno dopo l'uscita di City e l'apertura del City Forum. La chat, dal titolo Linea diretta con Alessandro Baricco, è ospitata dalle 14 alle 17 su una pagina interna al sito, dove rimane archiviata.

Su la Repubblica il resoconto di Loredana Lipperini, parla di «una foltissima schiera di interlocutori on line, cinquecento soltanto nei primi sessanta minuti, più di mille alla conclusione della terza ora, fino ad intasare il sito» e sul Corriere della Sera Cristina Taglietti conta 1285 messaggi arrivati. Le domande pubblicate sono 126, alcune delle quali prive di risposta per le quali Baricco si giustifica affermando: «il problema è che qui arrivano tanti messaggi e così è SCIENTIFICAMENTE impossibile che io risponda a tutti, quindi alcuni li pubblico senza risposta, perdonato? Perdonato».

Sul Corriere della sera, in un articolo sul rapporto tra libri e Web, Paolo Ottolina scrive: «In Italia, per ora, l'esperimento più innovativo è stato quello di Alessandro Baricco, che presentò il suo ultimo romanzo «City» unicamente via Internet, attraverso un sito trilingue appositamente creato. La risposta del pubblico, in quel caso, è stata ottima. Tanto che, nella chat con l' autore del 29 giugno, il sito ha raggiunto 40.000 contatti. E, nelle tre ore in cui Baricco è rimasto online, sono piovute 1.300 domande dai suoi lettori.».   

La seconda chat, del 28 agosto 2002 è organizzata in occasione dell'uscita di Senza sangue sul sito della Rizzoli dalle 15 alle 18 e archiviata nello spazio intitolato Speaker’s corner. Alla chat è dato ampio rilievo sulla stampa con articoli che affiancano o integrano le recensioni di Senza sangue. I messaggi pubblicati sono 113 ma, durante la chat, Baricco risponde a una domanda, circa a metà della lista, di avere ricevuto fino a quel momento 2203 e-mail. 

Il 13 ottobre 2003 dalle 15 alle 17 ha luogo l’ultima delle chat allestite sulle pagine online della Rizzoli, intitolata Senza sangue un anno dopo, e archiviata in Speaker’s corner. La chat non ha risonanza sulla stampa ed è pubblicizzata sul sito della Rizzoli e su abcity.it solo una settimana prima dell’evento. Ha la durata di due ore, a differenza delle precedenti, entrambe di tre ore. Le domande pubblicate sono 63 e i messaggi che Baricco dichiara essere arrivati, prima dell’ultima decina di domande pubblicate in chat sono 1652.

 
 

Gli articoli di stampa che si occupano delle chat del 2000 e del 2002 riportano il tenore delle domande, mettendone in rilievo quelle ritenute più significative, nello stile e nei contenuti  al fine di tracciare un ritratto del lettore di Baricco.

Loredana Lipperini su la Repubblica del 30 giugno 2000 disegna il suo “Identikit dei colloquianti”: «tutti appassionati lettori, molti giovani, almeno a giudicare dai numerosi congedi (a malincuore) di chi doveva abbandonare la conversazione per andare a studiare» e, per quanto faccia una carrellata sulle domande dal tono da fan club, spiritose o superficiali, non manca di notare che «la maggior parte delle domande verte sulla scrittura, sugli amori e sui maestri di Baricco».

Commentando la chat del 2002, Marco Neirotti, su La Stampa, parla dell'uscita in contemporanea di due libri, uno tradizionale, Senza sangue, l'altro «al passo con i tempi e le tecnologie: estemporaneo, ora banale e ora frizzante, una ventina di pagine, non ha titolo, non costa nulla ed e' stato scritto con lui dai suoi fans o detrattori che sono intervenuti per tre ore nella chat line che ha salutato l'uscita del racconto vero». Neirotti si sofferma su domande che inquadra come «scritti estasiati, letterine piu' adatte a una pop star, contestazioni che piu' che di analisi rigorosa puzzano di invidia per la gloria, interrogativi banali sapientemente lasciati in sospeso. Ma scritti in un modo che di certo avra' fatto inorridire l'inventore della Scuola Holden di scrittura». Traccia infine il suo ritratto critico del lettore facendolo emergere dall’analisi della chat:

«Da un pomeriggio di chat rimane davvero il libro di un'Italia che piu' che leggere compera, che piu' che apprezzare ammira o detesta. Baricco si barcamena con tempismo abile di fronte alle insulsaggini. […] Ma il regalo grande che ha fatto alla parte piu' triste dei suoi corrispondenti d'un giorno e' di averli fatti partecipi di una ventina di pagine che, stampate a casa, faranno dire: «Questo sono io». Rimarranno tante parole di sconosciuti e poche, astute e volteggianti, del vero protagonista».

In effetti Neirotti inquadra la chat come un prolungamento o uno specchio dell’opera di Baricco in un nuovo testo in un’ottica assimilabile a quella che, ne I barbari, fa parlare lo stesso Baricco di libri come sistemi passanti di sequenze originate e dirette altrove. A dare vita alle chat è peraltro un campione di lettori avvezzi alla comunicazione in Rete già a partire dal periodo degli esordi fino alla sua esplosione. Si tratta di lettori che si muovono tra libri, fumetti e film, secondo le modalità da surfing in superficie che Baricco illustra ne I barbari.

Lo stesso criterio di selezione dei messaggi pubblicati, per la stessa natura dello strumento chat, tende a privilegiare le domande a risposta veloce e di contenuto leggero.

Difficilmente si trovano, tra quelle pubblicate, domande che richiedano approfondimenti su tematiche letterarie, e, in ogni caso, Baricco risponde per cenni. Afferma di rispondere scegliendo un po’ a caso, dove gli piace ma domande e risposte formano una sequenza di temi che si ripete con caratteristiche e proporzioni costanti dalla chat del 2000  quella del 2003.

Si possono riassumere le tipologie di domande pubblicate in poche categorie: domande che riguardano le opere di Baricco, domande che riguardano riferimenti a panorami letterari e cinematografici più ampi, domande sulla scuola Holden, domande a contenuto politico-sociale, domande che esprimono curiosità sulla persona e i gusti di Baricco, spiritosaggini o provocazioni tout court, domande sul significato e sul rapporto di Baricco con il City Forum e con le stesse chat.  La maggior parte delle domande in chat sono centrate sulle opere per ricevere spiegazioni di passi o semplicemente per esaltare i brani preferiti o chiederne le fonti di ispirazione all’autore.

I lettori esprimono anche il loro giudizio sul percorso stilistico e tematico di Baricco, operando confronti tra le opere e chiedendo anche all’autore giudizi comparati su di esse.

City assume spesso il ruolo di un’opera spartiacque nel rapporto dei lettori con la scrittura di Bariccco.

La maggior parte delle domande su City appartengono alla chat del 2000, ma City si ritrova anche nei messaggi delle chat successive.

 
Le domande su City

City nella chat del 29 giugno 2000

a me city è piaciuto molto. è il primo libro dove i tuoi personaggi (almeno alcuni) vivono d'avvero, e non sono solo un tuo clone.  paolo ()

e vvvvai!


Non stai svalvolando?
Non ti sembra strano che siamo quasi tutti d'accordo che city non ti rende giustizia mentre a te piace tanto? Lo stesso vale per Madame qualcosa, che io non ho visto ma di cui mi hanno detto molto male. Scollamento

Già. Scollamento. Però bisogna dare tempo, ai libri. Per City ci risentiamo tra qualche anno.

2 cose al volo:
- Come ti è venuta la storia del rapporto di lunghezza nel percorso dei fiumi ? (l'hai messa giù così bene che viene voglia di crederci); - Questa chat, mi da l'idea di quando incontrando un comico gli si chiede di "farci ridere" : scrivi qualcosa di carino ! (ASSURDO !) Ciao a tutti

L'ho letta in un libro di scienza, forse era il libro sul teorema di Fermat (che tra l'altro è un libro abbastanza bello)

boxe
L'ho letta in un libro di scienza, forse era il libro sul teorema di Fermat (che tra l'altro è un libro abbastanza bello) Claudio ()

Grazie

western
bello! La parte migliore di City a mio avviso. Ti ci vedrei nella parte.....con i tuoi stivaletti...

Saluti da Bird. (E' vivo, e lotta insieme a noi)

Gould
C'e' qualcosa di autobiografico in Gould, e se si' che cosa?

Questa domanda me la sono regalata. Cioè: ho pensato che risponderò solo a me, il giorno che avrò il coraggio di farmela.

Senti, ma la storia di Melania al ristorante cinese, da dove viene? Lo so che i libri non si scrivono così, ma da dove viene?

Due miei amici, coi figli, al ristorante cinese, e un sacco di genitori visti a fare cose orrende, magari comprensibili ma orrende.

" gli uomini hanno delle case, ma in realtà sono delle verande.." fanatastico, davvero fantastico...e tu cosa ne pensi di questo pezzo?

Penso che mi piacerebbe sentire quel pezzo a teatro, voglio dire fatto da un attore. E mi sa che prima o poi metterò su uno spettacolo con quel testo e altri di City

ho 18 anni,vivo con mia mamma e abbiamo litigato una volta sola!perchè lei ha odiato city tanto quanto io l'ho amato!!lei è rimasta nella locanda di oceanomare...

Grande, grande, con tutto l'affetto per la mamma, tu sei grande!

oceano di rabbia
Oceano mare e Castelli di rabbia sono libri molto interessanti. Perche' concludere entrambi con un'autocitazione del libro stesso, pero'? Mi sembra una piccola caduta di stile...

Sì, è vero, sono due finali sbagliati, non li riscriverei più. però allora mi piacevano molto, chissà cos'è successo nel frattempo. P.S. E il finale di City?

orologio
credo che tutti quelli che hanno letto City vorrebbero avere quell'orologio in casa propria

MONET
Ma come ti è venuta quella idea bislacca sul vero intento di Monet nel dipingere le NYMPHEAS: ottenere il nulla atraverso un processo di progressivo decadimento e dispersione del reale

Ci son stato davvero, per molte ore, in quelle sue sale con le Ninfee, e afuria di starci mi è venuta quella storia lì. E la signora giapponese con le stampelle l'ho vista davvero.

Canzone napoletana
Siccome da mezz'ora che sto qui non spiccico una parola, con sincerità una cosa volevo dirtela: che t'ho voluto bene, anche se eri piemontese, fino a prima di Seta; ora non che non te ne voglia, ma ci sono troppi arzigogoli, storie che per capirle vanno lette due volte e la cosa non mi va giù. Poi il film, City, il fatto che ho letto che ti ricompri Novecento. Nel mio paese i giorni vanno tranquilli, si vive pensandosi al centro del mondo e si vogliono storie serene, niente di troppo. Questo mi piaceva di te.

Lo so, lo so. Però io non posso passare la vita a scrivere tanti Seta. A me piace la complessità. Credo che sia un'emozione, la complessità. Dunque vado avanti, curioso di vedere quanti di voi hanno volgia di venire con me.

Shatzy
Lo sai ceh Schatzi in tedesco vuol dire "tesorino"...è un caso o no?

E' un caso. I nomi sono suoni, per me, non sno mai significati.

Ciao Alessandro!
Uno dei messaggi piu' importanti di City per me e' stato: "O guardi o giochi" Tu quale pensi sia la cosa piu' importante da fare, tra le due? Pensi sia davvero impossibile vivere entrambe le dimensioni?

E' una vita che me lo chiedo. Scrivere però, ad esempio, è un mestiere strano: ti guardi giocare. In teoria, una figata. (MOlli dice che posso scrivere figata, così io lo faccio. Sono anni che io faccio quello che lei dice che posso fare. Lei è quella a cui ho dedicato Oceano mare. E' anche un po' Shatzy. Adesso è lì che cerca marito. Se a qualcuno interessa vi do la sua mail)

Novecento e altro...
Io Novecento l'ho regalato a tanti tanti...anche oggi. Per me è una meraviglia, come Oceano Mare. City è il tuo preferito ma io per la prima volta ho faticato a finire un tuo libro....

Lo so che City è più faticoso. Come è faticoso quando un taxi ti scarica a New York e tu hai tutto da scoprire e una città enorme di cui non sai niente e i casi sono due: o sarà solo una gran rottura di palle, o sarà una meraviglia.

molti critici hanno scritto che con il materiale contenuto in city avresti potuto scrivere 3 libri!!!??ma si può essere davvero così calcolatori?


...sono al punto in cui gould viene interrotto nel momento topico dell'incontro di boxe...molto bello...stasera continuo ! stai già pensando ad un altro libro ?

salutami Larry Lawyer... Sentite il problema è che qui arrivano tanti messaggi e così è SCIENTIFICAMENTE impossibile che io rispona a tutti, quindi alcuni li pubblico senza risposta, perdonato? Perdonato.

Sei soddisfatto di city?





City nella chat del 28 agosto 2002

prewiew

ciao Alessandro, è un grande libro Senza sangue?? A me è strapiaciuto Oceano Mare, invece con City eri un pò troppo avanti forse.. Con Senza Sangue quanto lontano sei andato..??

Con City andavo in un posto che ancora on conoscevo. Senza sangue sta in un posto che conoscevo meglio. Non so, è difficile da spiegare. Diciamo che ogni volta che io scrivo un libro è perché volgio finire in un posto che ho visto nelle mappe della mia immaginazione ma in cui non dono mai stato. presumo che esista, ma poi chissà. parto e lo vado a cercare. Il posto di City era davvero molto lontano, e infatti è un libro pieno di strappi, di tappe nel nulla, di falsi sentieri, cose così (che ame picciono molto, ai lettori meno). Senza sangue invece sta in un posto più vicino, molto difficile da raggiungere (salite della madonna), ma più vicino. E infatti non ci sono strappi, è più compatto, è come il passo di uno che sale su una montagna. Ci hai capito qualcosa?


bentornato
Ciao Alessandro, finalmente ! Sapevo che il libro doveva uscire il 17 luglio, ho invaso tutte le librerie...ma niente...non vedo l'ora di leggerlo. So che sono in ritardo, ma di chi è la terza foto nell'armadietto di Gould ? Mi è rimasta 'sta fissa ! Ciao...


Tutti hanno una terza foto sull'armadietto. Ma su quella non danno spiegazioni.


Narcisismo e ritrosia

Ieri ti hanno accusato di narcisismo e ritrosia perchè non concedi interviste. Hai detto che il silenzio c'entra molto con l'essere onesti. E' vero in molti casi, ma nel tuo perchè?


perchè le cose che facciamo (tutti, non solo io) mi sembrano migliori di quello che diciamo. Perché sono vere, mentre è molto più facile bluffare parlando. per cui io non voglio stare zitto tutta la vita, ma se riesco, voglio parlare poco dei miei libri. Voglio farlo in poche occasioni, e possibilmente con gente che mi piace. Cioè, non è solo quello. Ho porvato a spiegarlo in City: parlare delle cose che facciamo ci porta lontano dalle cose che facciamo, ci allontana dall'origine, ci fa perdere contatto con quel poco di autentico che magari c'è in noi. per cui conviene farlo senza esagerare. Ma insomma, lasciate perdere, è un mio pallino, non state ad ascoltarmi.


Gould è il tuo alter ego, vero? Dimmi di sì, ti prego, sarebbe molto importante per me!!!

Nessun mio personaggio è un mio alterego.

City e L'America
Salve Baricco, Le scrivo dagli USA, dove studio per un dottorato di ricerca in lett. comparata e insegno. Qui sono appena le nove di mattina. Allora, City e' finito sul programma di un corso di letteratura comparata qui a Penn State, condotto dal professor Djelal Kadir. Il corso, che iniziera' il 9 settembre, si intitola "Worlding America": parleremo dell'"America" descritta e raccontata dal di fuori delle Americhe, dai tempi pre-colombiani ad oggi. A seguire il corso ci sono diversi studenti avanzati, a cui rimane solo la tesi di dottorato da scrivere. Io faccio parte di tale ciurmia e in qualita' di ABD student ("all but dissertation," but we like to think of ourselves as "all but dead"), mi tocchera' condurre una lezione per i i mei colleghi. Il 18 novembre parlero', fra l'altro, di City e dell'America di City... compito estremamente difficile! Ma felice (adesso dovrei spiegarle che mi occupo di images of the US in narrative, in particular fisrt-person narratives, and film outside of the US, ma e' troppo lungo e non gliene frega niente a nessuno in tale constesto). Io avrei mille domande da farLe, come puo' immaginare, tutte domande da intellettuale... e mi vergogno e mi viene da ridere se penso al professor Kilroy, alle sue tesi sulle idee, e ad Ishmael, melvilliano platonista a caccia di pensieri elusivi... Non ce la faccio a fare domande. Mi vergogno troppo. Eh si', Moby Dick era la mia seconda bibbia, poi pero' sul comodino ci e' finito un altro libro, accanto alla bibbia: Oceano Mare, perche' quando voglio pregare in un certo modo, leggo ad alta voce la preghiera che e' li'. Quello che vorrei da Lei, invece, sono due parole (forse piu' di due) su City e l'America di City, qualcosa che io poi certamente leggero' in classe, il 18 novembre. Quando partii nel '99 per gli USA, avevo in borsa City, regalo d'arrivederci dei mei amici napoletani. Io sono di Napoli. In aereo pensavo, senza leggere (ho letto City dopo tre anni): "Che bello se riuscissi a portare ospite a Penn State Baricco!" Poi me ne sono dimentica (perche' ci si dimentica dei castelli in volo transatlantico quando si e' a terra e non ci si ripassa neanche in visita nel viaggio successivo.)Finche' un bel giorno il mio prof. mi fa: "Are you familiar with City?" E io sobbalzo: e' arrivato Baricco a Penn State! Dico al mio professore che, si', City e' in famiglia, accomodato sulla mia libreria; gli parlo di Seta, mai letto un quadro piu' bello, di Castelli di rabbia, di Novecento, di Oceano Mare che e' sul mio comodino, gli racconto la storia dei castelli in aereo, ma City non l'avevo ancora letto. Ora mi ci sono persa, e prima del 18 novembre dovro' rileggerlo almeno altre due volte per ricomporlo nella mia testa! Ho troppe idee strambe, al momento, tipo che City mi sembra pensato in americano, e tradotto in italiano --tant'e' vero che non vedo l'ora di leggere la traduzione!--, che la storia del bilirado,parabola perfetta della vita, mi sembra lo sfotto' delle armi intelligenti che sanno sempre dove colpire (efficacissimo accostamento di quella pagina alla presentazione del generale... piu' che la metafora, la' funziona la metonimia!), che le idee di Kilroy mi ricordano il Socrate di Platone, che e' difficile ricostruire il gicoco dei punti di vista. La verita': ci si sente piu' sicuri quando si capisce che Gould e' pazzo (Ah! Benedetta umanita'!)Pero' e piu' divertente andare a caccia di colui che ritrae se stesso nell'atto di inventare storie, in mezzo a tutti quei punti di vista (Melville mi ha abituato a questa caccia) Vede? Sto rischiando di "fare" l'intellettuale... mi perdoni il gico di parole. Mi faccia un regalo, se puo': mi parli dell'America di City e dell'ironia che l'ha costruita. E mi perdoni gli errori. Non ho lo spellcheck in italiano... :) Barbara Alfano

Una cosa che ti può essere utile per il tuo studio è la seguente: io non ho mai pensato che City fosse ambientato in America. Naturalmente ci sono molte cose prettamente americane, ma, amche molte altre che con gli Stati Uniti c'entrano poco (che ne dici della passione di Gould per il soccer?). per me City è ambientato in Occidente, che ormai è un Paese unico, con molte inflessioni statunitensi, ma ricco anche di altre mille cose. Quel che è successo è che l'editore americano ha messo sul risvolto che il libro era ambientato negli Stati Uniti. Ho cercato di far loro capire che non era vero, ma non c'è stato nulla dafare. Forse pensano che in questo modo lo vendono un po' di più. Non so. D'altronde gli americani sono un tantino egoriferiti, come tu certo sai. Un giorno, a NY, ho incontrato un mio lettore che era andato pazzo per Silk, l'aveva letto mille volte e non so che altro, insomma era veramente rapito da quel libro, e sai la cosa che lo ha lasciato veramente secco quando mi ha incontrato? Scoprire che ero ITALIANO: Non gli era mai passato per la mente che io potessi essere uno scrittore NON americano. E' stato un trauma scoprire che Silk, in realtà, si intitolava Seta. Così.


solo rabbia
mi sono sempre chiesta : te lo volevo anche chiedere un giorno che ti ho incrociato per strada a torino! MA, A COSA PENSAVI QUANDO HAI SCRITTTO IL PEZZO DOVE IL DOTTOR HOREAU IMPAZZIVA???? (perdono, forse il nome non è questo, non lo ricordo, strano, penso di sapere a memoria interi pezzi del libro) ODIO LA MISERIA DI QUELLO CHE VEDETE QUANDO VI PERMETTETE DI GUARDARE LONTANO in quelle tre pagine esprimevi tutta la rabbia che io avevo dentro e che non riuscivo a spiegare a nessuno, nel tuo modo di scrivere assolutamente spezzettato ho ritrovato i movimenti del mio cervello e MI SONO SENTITA MENO SOLA!!!! GRAZIE ALESSANDRO e speriamo di riuscire a leggerlo questo "senza sangue" .... city l'ho iniziato mille volte e mai finito

In City, se hai solo la voglia di lasciarti smarrire, c'è quella stessa rabbia lì, sai?

Ciao AB: sono uno dei primi in Italia che hanno realizzato una tesi di laurea sui tuoi romanzi, all'epoca ancora non era uscito CITY, e forse è stato meglio così, perché sinceramente non l'ho amato molto.Oggi a distanza di cinque anni ho una moglie e due figli in più e ho molto apprezzato quella chicca sul cambio dei pannolini! Sono stato in libreria poco fa, ma mi hanno detto che ancora non ti avevano distribuito, comunque c'è una cosa che mi rende contento riguardo SENZA SANGUE, e cioè che esistano scrittori i cui lavori fanno sul pubblico l'effetto dell'ultimo disco di una popstar, scrittori per cui si può fare la fila di fronte ad una libreria, manco avessero tirato fuori WINDOWS 2010 ... E aldilà di tutto credo che questo sia iniziato da quando su raitre è comparso un simpatico scrittore torinese che...

Sono contento che hai letto il pannolino. A me faceva morire dal ridere.

Per molti sei uno scrittore finito. Ci hai mai pensato?E cosa rispondi?

Ah, sì?

City nella chat del 13 ottobre 2003

da una ex

Ti ho amato tanto, Ale, ma erano i tempi di Castelli di Rabbia e io allora ne avevo tanta ma così tanta addosso. Con City abbiamo cominciato a litigare e con "Senza sangue" ci siamo lasciati. Pensi mai che la colpa sia tua?

E' che io faccio la mia strada. Non è detto che sia sempre la tua. io cerco di non stare fermo. In qualche modo, ogni mio libro nasconde dentro il libro dopo: spesso come una forma di ribellione, perfino di rifiuto di quello che ho appena fatto. E così libro dopo libro adesso sono in un posto che è un po' differente da quello in cui ho scritto Castelli di rabbia. C'è aria più tersa. Forse i personaggi sono ancora semrpe quelli, ma c'è aria più tersa.


Ma mi spieghi, secondo te, perchè tutti hanno adorato Oceanomare e non altrettanto City? è la cosa più bella che tu abbia mai scritto, Castelli di rabbia a parte.........

Beh, Oceano mare è più comodo, è come una casa costruita per essere comoda, non banale, ma comoda. City invece è scomodo. Ti costringe a stare sveglio tutto il tempo. Ti costringe a fare strani giri. Non tutti gradiscono, sai? E poi credo ancheche sia una questione di poesia. Non so spiegarmi bene, ma in Oceano mare c'è una poesia immediatamente accessibile, mentre in City e più nascosta. Devi darle tempo.


City era un fuoco d'artificio che si spargeva in mille direzioni senza incontrarsi. Senza sangue a me è parso un cerchio che si chiude rasentando la perfezione stilistica. Credo che abbia raggiunto la maturità come scrittore, ma preferivo guardare i fuochi d'artificio col naso all'insù e la bocca aperta dalla meraviglia.

E questa è una bella risposta... Thanks.

Il peso dei lettori. Ti è mai capitato di sentire il peso reale

Il peso reale dei lettori? Sì, mi capita. Mi è capitato quando, da un libro all'altro, cambiavo direzione, e allora sentivo la fatica di trascinarmi dietro in quella curva tutta quella gente. Quando ho scritto City, che è un labirinto, dopo aver scritto Seta, che è una linea, ad esempio. E ovviamente quando ho scritto Senza Sangue, che è un distillato, dopo aver scritto City, che è un'alluvione.

Sto aspettando ancora una risp! Visto che non potrò mai incontrarla, potrebbe rispondermi? Sto scrivendo una tesi su di lei, avrei bisogno di sapere dove posso trovare la sua tesi, quali sono stati i suoi studi musicali. Pensavo che Tarasco insegnasse alla Holden..esistono dei corsi di scenofonia che lei sappia? Senza sangue mi sembra un brano di musica tecnicamente perfetto, ma non mi ha emozionato(almeno da una prima lettura). City è il perfetto equilibrio tra tecnica e passione.


Tarasco purtroppo non insegna. Si tiene tutto per sè.


Rubo una domanda dal forum di city : "Muoiono nello stesso respiro, gli amanti" Esiste davvero questo Robert Curts? In questo caso dove posso trovare la poesia citata?

No. E' tutta invenzione. Esiste un Burns, come sa chi ama molto Salinger...

Shatzy. Credo sia la figura femminile più erotica che tu abbia mai creato. Meglio ancora di June. (le cui labbra comunque sono qualcosa che conservo dentro) Sei daccordo? Il seno di shatzy mamma mia. io ce lho ben presente. colpo di tosse e voilà. Per me Nina era troppo giovane o troppo vecchia.

Sai una cosa curiosa? io non ho mai capito veramente quanti anni abbia Nina nel finale. Ho dovuto darle un'età precisa, ma in realtà qualsiasi numero mi sembrava sbagliato. Mi era successa la stessa cosa con Novecento.


Rassegna stampa sulle chat con i lettori

Articoli sulla chat del 29 giugno 2000


Dal calcio ai libri così Baricco chatta con i lettori

Repubblica — 30 giugno 2000   pagina 47   sezione: CULTURA

"Forse non è molto bello essere famosi?", chiede il navigatore allo scrittore. "E' una cosa che è molto bello provare una volta nella vita. Due. Non di più, però", risponde Alessandro Baricco, alle prese con la sua prima chat e una foltissima schiera di interlocutori on line, cinquecento soltanto nei primi sessanta minuti, più di mille alla conclusione della terza ora, fino ad intasare il sito dello scrittore, abcity.it. Identikit dei colloquianti: tutti appassionati lettori, molti giovani, almeno a giudicare dai numerosi congedi (a malincuore) di chi doveva abbandonare la conversazione per andare a studiare ("Baricco o Voltaire? Qui devo decidere, dato che domani ho un esame...". Risposta, magnanima: "Scegli Voltaire, va' "). Argomenti? Svariatissimi: il vino preferito (Amarone), il pensiero religioso ("Io son stato molto cattolico, quando ero piccolo, cioè fino a sedici, diciassette anni. Mi è rimasta quello che Adorno chiamava "la nostalgia del totalmente altro"), il calcio ("Faresti giocare Totti, Del Piero, Fiore e Inzaghi?" Risposta, a poche ore da Olanda-Italia: "Ma voi vivete mai con quattro punte?"), la musica (una rivelazione sul jazz, per cominciare: "Sono molti quelli che mi dicono che quel che scrivo c' entra col jazz, e il fatto vero è che io odio il jazz, cioè diciamo che mi annoia spesso"). Ma la maggior parte delle domande verte sulla scrittura, sugli amori e sui maestri di Baricco: Selby jr. ("Una lezione pazzesca. Ultima fermata a Brooklyn ti dimostra che puoi fare tutto"), Dino Buzzati ("Mi piaceva molto, sì, lo leggevo quando ero piccolo"), Pasolini ("Mi piace la sua assenza di paura"). Guru riconosciuti? ("McEnroe, of course. E Sergio Leone"). Gli internauti incalzano: Hai mai copiato? "No". Ti piacciono gli audiolibri? "Li farei volentieri ma non con la mia voce: è già fin troppo nella mia scrittura". Hai mai scritto una poesia? "No". Sei modesto? "Sempre no". Ti piacciono i chupa chups? "Sì, all' arancio". E se gran parte della chat è dedicata a City, per ammissione di Baricco il proprio romanzo preferito, qualche ammissione arriva anche su esperimenti sfortunati come Davila Roa, contestatissimo spettacolo teatrale. "E' stato il più grande fiasco della mia vita di scrittore. Molto emozionante: stare lì, su un palcoscenico, e farsi sommergere di fischi. Un' esperienza, ragazzi". Naturalmente ci sono i progetti: la sceneggiatura di Seta per il John Madden di Shakespeare in love, uno spettacolo da City, un documentario, forse un piccolo libro con tre racconti, televisione se viene un' idea, Internet con Radiofreccia di Ligabue ("uno di quelli con cui mi piace lavorare"). E le polemiche: su tutte, quella con il Teatro Stabile di Torino: "Non è una ripicca. Voglio riprendermi Novecento perché voglio far capire a tutti che se c' è intorno a noi qualcosa che non ci piace, quello che dobbiamo fare è dire a voce alta che noi non ci stiamo e non vogliamo far parte di quel pezzo di mondo". - di LOREDANA LIPPERINI


INTERNET

Repubblica — 01 luglio 2000   pagina 42   sezione: CRONACA

BARICCO IN CHAT E' UN SUCCESSO

Quarantamila contatti dalle 14 alle 17, 1.285 messaggi, 128 domande pubblicate con relative risposte, che resteranno in linea sul sito: sono i numeri della prima chat di Alessandro Baricco, che ieri pomeriggio ha incontrato i suoi lettori (per lo più giovani e giovanissimi) in rete sul sito abcity.it. Dal 29 aprile 1999 il sito ha avuto circa 500 mila contatti.

 

Corriere internet. SCRITTORI

Una chat con Baricco su Abcity.it dalle 14 alle 17

SCRITTORI

Una chat con Baricco su Abcity.it dalle 14 alle 17 Anche un comunicatore di riconosciuta abilità può averne abbastanza di comunicare. Alessandro Baricco, lo scrittore torinese di «Oceano Mare» e «Novecento» (nella foto), quando nel maggio del 1999 uscì il suo ultimo romanzo, «City», disse no. No ai passaggi promozionali in tv, no alle interviste sulla stampa, no al Maurizio Costanzo Show e agli altri teatrini del piccolo schermo. E si tuffò fra le braccia del Web. «Fuggo sulla Rete perché non me la sento più di parlare dei miei libri», dichiarò un anno fa il romanziere. «Lo trovo disonesto». Così è nato Abcity.it, un sito in quattro lingue che punta sull' interattività con il pubblico. Il successo ha dato ragione all' autore: quasi 500.000 pagine visitate sul sito e la sezione Forum sommersa da una valanga di e-mail. Oggi, dalle 14 alle 17, il pubblico si può accomodare in una sorta di salotto letterario accanto all' autore: Alessandro Baricco sarà infatti ospite di una chatroom su Abcity.it. L' occasione giusta per tutti i fan, ma anche per i detrattori, dell' ex conduttore di «Pickwick».

Ottolina Paolo

Pagina 26
(29 giugno 2000) - Corriere della Sera

WEB Oltre mille messaggi in un giorno per l'autore di «Oceano mare», mentre la Mondadori lancia un sito per grandi firme e una libreria on line

Navigare in rete nel laboratorio degli scrittori

Baricco, De Carlo, De Crescenzo, Pontiggia: gli autori dialogano con i lettori su Internet

WEB Oltre mille messaggi in un giorno per l' autore di «Oceano mare», mentre la Mondadori lancia un sito per grandi firme e una libreria on line Navigare in rete nel laboratorio degli scrittori Baricco, De Carlo, De Crescenzo, Pontiggia: gli autori dialogano con i lettori su Internet Alla fine anche gli scrittori italiani sono caduti nella Rete. Certo non faranno come Stephen King, primo a pubblicare un racconto soltanto online (l' unica versione cartacea è quella italiana, edita da Sperling & Kupfer), ma Internet comincia a mietere vittime d' autore anche da noi. Il pioniere era stato, lo scorso anno, Alessandro Baricco che per lanciare il suo romanzo City aveva scelto di utilizzare esclusivamente la via informatica creando un sito Internet: www.abcity.it. Un mare di lettori aveva mandato commenti e suggerimenti poi era sparito evitando qualunque altra forma di presenza mediatica. Un' operazione riuscita se a distanza di un anno Baricco ha bissato l' esperienza presentandosi, venerdì, a una chat di tre ore con i suoi lettori: mentre il sito, nella giornata, ha avuto circa quarantamila contatti, dalle 14 alle 17, orario in cui l' autore era collegato, sono arrivati 1285 messaggi. E' il rapporto con i lettori virtuali l' aspetto che sembra attirare di più chi scrive libri. Anche chi, come Sebastiano Vassalli, non ha il computer e non ha intenzione di cedere alle lusinghe del web: «Ho sessant' anni e mi considero tagliato fuori. Non ho più voglia di investire nel futuro. Mi sembra anche che, almeno per quanto riguarda gli scrittori che si occupano in prima persona del loro sito, ci sia un po' di esibizionismo. L' aspetto più interessante è il rapporto con i lettori. Ma non è che prima non ci fosse: ci sono sempre state le presentazioni, gli incontri e le vecchie, tradizionali lettere». Ed è puntando sul contatto lettori-scrittori che Mondadori ha lanciato l' iniziativa «Scrittorincorso.net»: a partire da oggi venti firme della scuderia di Segrate esporranno ai navigatori vita pensieri e opere. Si parte con Fosco Maraini a cui si aggiungeranno, il 21 agosto, Petacco, Citati, Pontiggia e Fede e poi, via via, Augias, Bevilacqua, Bocca, Boneschi, Brizzi, Camilleri, De Carlo, De Crescenzo, Gervaso, Giudici, Parsi, Pieraccioni, Spinosa, Vegetti Finzi, Vespa. «Si pensa che gli scrittori siano persone molto chiuse, che scrivono in solitudine - dice Gianni Ferrari, direttore generale della divisione libri Mondadori -, in realtà quando si offre loro la possibilità di entrare in contatto con il pubblico la accolgono sempre volentieri». Gli autori saranno in rete in prossimità dell' uscita in libreria dei loro romanzi: i lettori potranno navigare cliccando su alcune parole chiave. Non solo: sarà possibile «scaricare» sul proprio computer (attraverso Readers, un programma della Microsoft) il libro prima ancora che ci sia la sua versione cartacea. Il prezzo è ancora da definire, ma sicuramente sarà molto economico per i classici che sono, per lo più, liberi dai diritti (il primo sarà Pinocchio). Per chi, comunque, ama i libri tradizionali, di carta, in autunno partirà, sempre da Mondadori, Bol.com (Book on line): un sito di e-commerce in collaborazione con l' editore Bertelsmann. Già presente in 14 paesi, il sito diventerà il più grosso negozio virtuale di intrattenimento dove si potranno comprare libri, dischi, video. Ma non c' è soltanto il libro già fatto: c' è pure il libro in fieri. Il sito di Andrea De Carlo sarà attivo dall' autunno, anche se il libro uscirà il prossimo anno. «L' idea - dice lo scrittore - è avere uno spazio dove mettere non capitoli, ma note, foto, musiche, disegni che abbiano a che fare con la storia. Una sorta di finestra aperta sul mio studio dove accogliere anche suggerimenti dei lettori». D' altronde molti scrittori utilizzano Internet da tempo, come Marta Boneschi che l' ha usato per le ricerche del suo Senso, una sorta di storia del sesso («sono un' autodidatta, quindi all' inizio della ricerca mi uscivano i siti di Samanta, Lara, eccetera, poi mi sono affinata») o Silvia Vegetti Finzi: «Penso all' utilità del rapporto diretto, personale, con i navigatori che, nel mio caso, immagino soprattutto donne. Poter esporre un problema direttamente da casa è un grosso passo avanti che può addirittura avvicinare al libro, non bypassarlo». Ha ceduto alla tecnologia anche un «esperto del non uso del computer» come Giuseppe Pontiggia che dopo aver scritto con una vecchia Olivetti il nuovo romanzo, ad agosto comprerà tutti gli strumenti tecnologici e farà il grande balzo: «Non provo nessun piacere all' idea che una biblioteca venga ridotta in un e-book, ma penso che la nostalgia per il passato sia comica. Diciamo la verità: gli amanti del libro sono sempre stati una nicchia, perché rimpiangere la perdita di lettori che non ci sono mai stati? Meglio aprirsi a un altro tipo di pubblico». Ernesto Ferrero, autore di N. e direttore della Fiera del libro di Torino, come scrittore continua a credere nell' oggetto libro che «rimane un vero e proprio piacere, ma utilizzo normalmente Internet per le mie ricerche, per le rassegne stampa e altre cose. Poi guardo con curiosità a tutte le iniziative che prendono gli editori. Sono esperimenti doverosi, che vanno fatti anche se poi possono ridimensionarsi». Entusiasta della Rete è naturalmente Luciano De Crescenzo che utilizza il computer dal 1959: «In Italia ci sono 1500 librerie mentre i comuni sono 8000: cioè 6500 sono senza libri. Internet è una grande vetrina e permette a tutti di procurarsi tutto. Non credo che porterà alla fine del volume cartaceo: a un libro puoi fare l' orecchietta per tenere il segno e mettertelo sul comodino. Al computer no». Cristina Taglietti www.abcity.it è il sito di Alessandro Baricco scrittorincorso.net è il sito degli autori Mondadori

Taglietti Cristina

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(1 luglio 2000) - Corriere della Sera

Corriere Internet. Scettici editori e scrittori davanti all' ultima provocazione del re dell' horror: scaricare l' opera pagando un dollaro a capitolo

«L' idea di Stephen King in Italia non funzionerebbe»

Libri in vendita esclusivamente via Web? Bevilacqua: no, qui la libreria è ancora una struttura ben radicata. Può permetterselo soltanto una grande firma come lui

«L' idea di Stephen King in Italia non funzionerebbe» «I libri, io, faccio già fatica a scriverli. Figuriamoci a venderli». Lo scrittore Sandro Veronesi è tanto scettico quanto deciso: la strada imboccata da Stephen King, quella di vendere direttamente i libri dal suo sito, pare non convincerlo. «Per vendere i libri ci sono le case editrici e i librai. E sono ben contento che continuino a esistere», aggiunge Veronesi. SCOMMESSA - Per King, si tratta di un esperimento. E, insieme di una scommessa, come puntualizza Alberto Bevilacqua: «King si è buttato, ma con un paracadute foderato di dollari. Però credo sia difficile che si apra». La stessa triste ipotesi che hanno prospettato al «re dell' horror» sia i figli, sia il commercialista. La scommessa, però, è partita lo stesso, spinta dalla forza dei numeri e del business. «Riding the bullet», romanzo che King ha pubblicato come e-book sul sito del suo editore Simon & Schuster, ha venduto 500.000 copie, a due dollari e mezzo. «The plant», il nuovo libro elettronico, costerà un dollaro a capitolo. Con dieci capitoli e un minimo di 100.000 lettori paganti, l' autore si metterà in tasca un milione di dollari. Levandosi dai piedi la percentuale dovuta all' editore e al circuito librario. L' idea di King non sembra scuotere più di tanto il mondo dell' editoria italiana. «Che altri autori, anche a breve, vendano i loro libri direttamente su Internet mi pare probabile - dice Carla Tanzi, direttrice editoriale di Sperling & Kupfer, che di King pubblica le versioni italiane - E non lo considero negativo: Internet è un mezzo per ampliare il pubblico, per raggiungere nuovi lettori. Per noi che ci occupiamo di libri è positivo». SCETTICI - Ma c' è scetticismo sulla possibilità di esportare questo modello nel nostro paese.Bevilacqua descrive un panorama dell' editoria italiana refrattario alle innovazioni: «Nel nostro Paese, esistono strutture ben radicate, con un che anche di arcaico, se vogliamo. Da un lato, c' è la libreria, che cerca di difendersi dall' aggressione della grande distribuzione. Dall' altra gli editori, aggrappati al libro stampato. Difficile capire che cosa può produrre, in questo stato delle cose, l' immissione di un fermento di novità». Beppe Severgnini sottolinea la differenza tra le due realtà: «Tra Italia e Stati Uniti, i numeri sono veramente molto diversi. E, da noi, penso ci sia in più un elemento di impreparazione tecnica. Qui si parla di file che devono essere scaricati, aperti e stampati su una buona stampante, accessorio che, per altro, non tutti posseggono». In Italia, per ora, l' esperimento più innovativo è stato quello di Alessandro Baricco, che presentò il suo ultimo romanzo «City» unicamente via Internet, attraverso un sito trilingue appositamente creato. La risposta del pubblico, in quel caso, è stata ottima. Tanto che, nella chat con l' autore del 29 giugno, il sito ha raggiunto 40.000 contatti. E, nelle tre ore in cui Baricco è rimasto online, sono piovute 1.300 domande dai suoi lettori. King sospenderà le pubblicazioni dopo il secondo capitolo se almeno il 75% di chi scarica i primi due capitoli non pagherà il dollaro dovuto. SCRITTURA - Carla Tanzi, però, non ne è convinta: «Mi sembra impossibile che King lasci l' opera incompiuta - dice - Il piacere della scrittura è talmente forte in lui, che non credo lascerà i lettori a bocca asciutta dopo la seconda puntata». Insomma, «The Plant» venderà o non venderà? Quanti pagheranno? In mezzo a tanti dilemmi sul «quanto», Sandro Veronesi tira in ballo il «come»: «Vorrei conoscere la qualità di questo romanzo. Per ora i lavori pubblicati direttamente via Web sono stati di qualità inferiore a quelli su carta. Insomma, conoscendo King, mi sembra un' operazione mirata a far soldi». Paolo Ottolina IL COMMENTO Può permetterselo soltanto una grande firma come lui di FRANCO CARLINI Si avanza minaccioso il fantasma della fine degli intermediari, ovvero di tutti coloro che stanno in mezzo al guado, tra chi ha qualcosa da offrire (diciamo un libro) e chi potrebbe comprarlo (diciamo un lettore). E' un destino inevitabile? Non necessariamente. L' editore, inteso come operatore culturale che sceglie, cura e propone, continuerà a avere un ruolo fondamentale. Ma lì potrebbe finire il suo intervento: per il resto stampa solo su richiesta e distribuzione attraverso la rete, abbattendo almeno della metà i costi dei volumi. Resta da stabilire come si distribuiscono i risparmi così ottenuti. Nel modello di King l' editore viene tagliato fuori, mentre un dollaro va a King per ogni puntata, ma, trattandosi di un racconto breve, il lettore finisce per non risparmiare granché, se vuole stamparselo su carta e leggerlo in terrazzo. Comunque è un sistema praticabile solo da chi sia già una grande firma: nessuna spesa di marketing (ci pensano i media) e conti a posto in ogni caso, perché le spese di produzione sono praticamente nulle. Per tutti gli altri, dagli esordienti ai professionisti meno noti, il problema non è mettere in rete, ma farlo sapere, e dunque un editore web intelligente e dinamico risulterà un prezioso nuovo intermediario.

Ottolina Paolo, Carlini Franco

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(22 luglio 2000) - Corriere della Sera


29-06-2000, STAMPA, NAZIONALE, pag.25

Chatline con Chatline con Baricco Dialogo virtuale con Alessandro Baricco. 

Oggi pomeriggio, dalle 14 alle 17, lo scrittore chattera' in diretta con i suoi lettori sul sito abcity.it, nato un anno fa per il lancio in rete del suo ultimo romanzo, City (Rizzoli), e diventato in questi mesi il punto d'incontro preferito del romanziere con i suoi lettori  


Articoli sulla chat del 28 agosto 2002

Senza sangue chattando con Baricco

Repubblica — 29 agosto 2002   pagina 42   sezione: CULTURA

Tre ore di chat. Tre ore di dialogo in rete fra Alessandro Baricco e i suoi lettori. Molti, la maggioranza, i fan, qualche detrattore e qualcuno che sfotte. L' occasione - ieri fra le 15 e le 18 - l' uscita in libreria di Senza sangue (Rizzoli, pagg. 105, euro 10), il nuovo romanzo dello scrittore torinese. Baricco non ama le interviste. E, saltate le mediazioni giornalistiche, preferisce il tu per tu con i lettori, una legione sparsa in tutta Italia, soprattutto fra i più giovani. Il modulo delle chat impone libertà assoluta, parità di condizioni e niente vincoli. Si chiedono chiarimenti su un personaggio, su un luogo, sui meccanismi narrativi, ma poi si parla dell' arbitro Moreno e di Trapattoni («un altro in panchina, senza tanta acqua benedetta, e di Moreno non ci ricordavamo neanche più», replica Baricco), del Torino, delle vacanze a Cuba e di Topolino. Luigi segnala una coincidenza: Senza sangue esce contemporaneamente a The rising, l' ultimo cd del "nostro Bruce Springsteen". Un lettore perora una causa: «Convinci mio fratello a fare i compiti delle vacanze». E Baricco: «E fai sti cazzo di compiti delle vacanze, no?». Letteratura e battute. «Sei vanitoso?», domanda Rosy. «Perché, tu no?». Altra domanda: «Che musica ascoltavi mentre scrivevi Senza sangue?». «Nick Cave, Skrjabin, Dylan, Part, il mio umidificatore». Perché, chiede Giulia, il critico Daniele Brolli ti odia tanto? «Gli ho buttato il ciuccio nel water quando eravamo insieme all' asilo». E' innegabile, incalza Valeria, che l' unica persona di cui tu sia veramente innamorato è te stesso. Replica: «Il guaio è che non sono ricambiato». Spunta qualche cattiveria. «Ho ricevuto una critica per averti criticato. Lesa maestà?», domanda Fausto. «Guarda che il mondo è pieno di gente che mi caga in testa senza farsi il minimo problema. Vai tranquillo». «Non ti senti un po' commerciale?», insiste qualcuno. E un altro: non ti pare di «sfruttare una bella faccia e una scrittura lieve per vendersi bene al pubblico delle giovani avide menti adolescenti?». «A me piace che molti mi leggano», risponde Baricco. «Tutto qui. Non mi sembra di fare nulla che disprezzo per ottenere un risultato del genere».



PERSONAGGI Da oggi in libreria il nuovo romanzo dello scrittore piemontese lontano dalla narrativa dal 1999, anno in cui uscì «City»
Torna Baricco, viaggio breve tra i dolori dell' anima

Una casa isolata nella campagna, due bimbi: un figlio e una figlia, e un uomo, il padre, sotto assedio. Quattro individui in Mercedes sono venuti per ucciderlo. Non sappiamo perché. Poi l' autore inizia a distillare dolori profondi. È il nuovo romanzo breve di Alessandro Baricco, Senza sangue, in libreria da oggi. Frasi cortissime, i pensieri lasciati sospesi, l' uso del passato remoto, che è strumento evocativo, a catturare il lettore per portarlo in una dimensione onirica. Baricco non ha perso la sua aura. L' analisi e il giudizio spetteranno ai critici. Lui continua ad addestrarsi nel far parlare l' anima. Perciò usa quel suo sguardo straniato sul mondo. Narra l' incubo di un' umanità perduta, uomini segnati dal sangue, persi nel rancore come fosse un' arma capace di tenere a bada gli orrori vissuti e rivissuti nei ricordi. Una guerra è passata, una delle tante, non importa quale, conta che sia ancora presente nelle vite spezzate di chi l' ha combattuta o subita. Come Nina, la figlia, che il lettore reincontrerà nella seconda parte del romanzo. Una saggia bimba ormai invecchiata che ci conduce al finale. E' sua l' ultima scena, è lei l' ultima voce di una partitura abilmente composta e perciò non immediatamente visibile, tesa a creare suggestione come un brano musicale. Baricco, in fondo, viene dalla musica. Nato nel 1958 a Torino ha esordito come critico musicale e in tv nel ' 93 fu il conduttore di «L' amore è un dardo», trasmissione di successo dedicata alla lirica. L' anno dopo «Pickwick», il programma dedicato alla letteratura, lo ha reso famoso. Aveva già scritto Castelli di rabbia nel ' 91 - con cui conquistò un premio selezione Campiello oltre al Prix Medicis étranger - e Oceano Mare, che nel ' 93 gli valse il Viareggio. Nel ' 94, ai tempi della tv, divenne autore di culto. Le masse arrivarono con Seta, pubblicato come gli altri romanzi da Rizzoli nel ' 96. Settecentoventimila copie vendute soltanto in Italia, traduzioni in 32 Paesi, encomi anche dagli Stati Uniti. Nel frattempo scriveva saggi sulla musica, un testo teatrale, Novecento, portato sul grande schermo da Tornatore e raccoglieva articoli, gli ultimi sono usciti quest' anno in Next (Feltrinelli). Ormai tradotto in quaranta lingue, con City, romanzo metropolitano, nel ' 98 Baricco ha ritrovato il suo pubblico. Anzi lo ha incontrato su Internet in un forum. Per la prima volta in Italia il lancio di un libro avveniva attraverso un sito costruito apposta. Oggi si replica dalle 15 alle 18 per Senza sangue all' indirizzo rcslibri.it. Come accadde con City, l' autore non concederà interviste, così come non ha lasciato trapelare anticipazioni sulla trama. I critici, scavalcati, non lo perdonano. Ieri il Secolo d' Italia gli dava bellamente del narciso per la sua ritrosia, che negli anni è andata crescendo, fino al silenzio stampa. «Essere capaci di silenzio è una cosa che c' entra molto con l' essere onesti, se si fa un mestiere come il mio», scriveva Baricco nel forum del ' 98. L' ombra lunga dell' autore-spettacolo sembra sovrastarlo, la battaglia per non scambiare l' essere con l' apparire è tutta sua. Come scrive a pagina 82 di Senza sangue: «Per quanto uno si sforzi di vivere una sola vita, gli altri ce ne vedranno dentro altre mille, e questa è la ragione per cui non si riesce a evitare di farsi del male». Ai mali dell' anima, agli inferni da cui ciascuno viene punta il romanzo, aprendo la strada verso un ricovero per i propri dolori senza più spargimenti di sangue. Cinzia Fiori Il libro: Alessandro Baricco, «Senza sangue», Rizzoli, pagine 107, euro 10    

Fiori Cinzia

Pagina 29
(28 agosto 2002) - Corriere della Sera


30-08-2002, STAMPA, NAZIONALE, pag.24

NEIROTTI MARCO

LO SCRITTORE E I SUOI FAN SU INTERNET CHAT BARICCO

Marco Neirotti MERCOLEDI' pomeriggio Alessandro Baricco ha festeggiato l'uscita in contemporanea di due libri. Uno e' tradizionale: Senza Sangue, Rizzoli editore, 105 pagine per 10 euro di costo. L'altro e' al passo con i tempi e le tecnologie: estemporaneo, ora banale e ora frizzante, una ventina di pagine, non ha titolo, non costa nulla ed e' stato scritto con lui dai suoi fans o detrattori che sono intervenuti per tre ore nella chat line che ha salutato l'uscita del racconto vero. Chi ha stampato l'intero testo del «forum» ha in casa il secondo libro, il gadget, una sorta di «Confessioni dell'autore». Di per se' non stupisce che un romanziere di successo che preferisce concedersi il meno possibile, scelga, per un dovere di promozione, il dialogo diretto via computer. Tanto che risponde a un lettore: «Io non voglio stare zitto tutta la vita, ma se riesco voglio parlare poco dei miei libri. Voglio farlo in poche occasioni e, soprattutto, con gente che mi piace». E ha perfettamente ragione quando spiega: «Le cose che facciamo mi sembrano migliori di quelle che diciamo». Ed e' proprio in quel punto che fa la sintesi del libro a duemila mani. Ci sono scritti estasiati, letterine piu' adatte a una pop star, contestazioni che piu' che di analisi rigorosa puzzano di invidia per la gloria, interrogativi banali sapientemente lasciati in sospeso. Ma scritti in un modo che di certo avra' fatto inorridire l'inventore della Scuola Holden di scrittura: qual e' lo scrivono quasi tutti «qual'e'» con un bell'apostrofo. E poi gli domandano - culmine della cattiveria - se e' «un no global con i maglioncini di cachemire», beccandosi un po' di sprezzo: «Formula la domanda un po' meglio, va'». Da un pomeriggio di chat rimane davvero il libro di un'Italia che piu' che leggere compera, che piu' che apprezzare ammira o detesta. Baricco si barcamena con tempismo abile di fronte alle insulsaggini. «Che farai quando e' finito il forum?», chiedono. E lui: «Dritto in bagno?». Ma il regalo grande che ha fatto alla parte piu' triste dei suoi corrispondenti d'un giorno e' di averli fatti partecipi di una ventina di pagine che, stampate a casa, faranno dire: «Questo sono io». Rimarranno tante parole di sconosciuti e poche, astute e volteggianti, del vero protagonista.



 
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