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Sul confine delle terre dei Barbari


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Dovendo riassumere, direi questo: tutti a sentire, nell'aria, un'incomprensibile apocalisse imminente; e, ovunque, questa voce che corre: stanno arrivando i barbari.

[…] Potrebbe essere, me ne rendo conto, il normale duello fra generazioni, i vecchi che resistono all'invasione dei più giovani, il potere costituito che difende le sue posizioni accusando le forze emergenti di barbarie, e tutte quelle cose che sono sempre successe e abbiamo visto mille volte.

Ma questa volta sembra diverso. E' così profondo, il duello, da sembrare diverso. Di solito si lotta per controllare i nodi strategici della mappa. Ma qui, più radicalmente, sembra che gli aggressori facciano qualcosa di molto più profondo: stanno cambiando la mappa. Forse l'hanno perfino già cambiata. Dovette succedere così negli anni benedetti in cui, per esempio, nacque l'illuminismo, o nei giorni in cui il mondo tutto si scoprì, d'improvviso, romantico. Non erano spostamenti di truppe, e nemmeno figli che uccidevano padri. Erano dei mutanti, che sostituivano un paesaggio a un altro e lì fondavano il loro habitat.

(Baricco, I Barbari)

Il confine tra la tarda età della stampa e le terre dei barbari

Il panorama culturale entro il quale si inserisce City è quello dell'avvento dell'età del Web. City esce il 5 Maggio 1999 e Google era nato nel settembre dell'anno precedente. Gli anni Novanta avevano visto fiorire un diffuso dibattito, coinvolgente studiosi di diverse discipline, sull'impatto dell'ipertestualità elettronica in narrativa e nella cultura del libro in generale. 

 

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