Nella prefazione alla prima edizione, Baricco raccontava di avere viaggiato per tre anni nel testo di City, e invitava il lettore a rifare la sua strada, chiedendosi: "si può viaggiare nel viaggio di un altro?" / Questo sito è il risultato di lunghi viaggi dentro e intorno a City, un libro che costringe ogni lettore a perdersi tra gli specchi del testo, spesso alla deriva tra le le proprie personali città invisibili. / Il sito offre più semplicemente la possibilità di seguire percorsi visibili, attraverso City, nei suoi dintorni e verso l'esterno, lungo traiettorie che nascono e continuano oltre i confini del testo. / L'idea che Baricco esprime ne I Barbari è quella di libro come nodo passante di sequenze di senso più ampie, originate e destinate altrove. / Tra le sequenze entro cui si può collocare City, mi piace che ci sia anche Labcity.


Maria Teresa Di Pace
Ultima Modifica Gennaio 2024 - Pagine rieditate

LETTERATURA ITALIANA IN CINA
La letteratura italiana in Cina - XVI Convegno dell'Associazione
cinese per lo studio della letteratura italiana
(Pechino, 21-23 ottobre 2005)
di Miriam Castorina
Dal 21 al 23 ottobre si è svolto, presso l’Università di Lingue Straniere di Pechino il convegno “La letteratura italiana in Cina - La traduzione della letteratura italiana: teoria e pratica”, organizzato dalla Facoltà di Studi Orientali dell’Università di Roma “
opere di Baricco, Shen Emei sul “cammino lungo e tortuoso del lavoro di traduzione”, Wei Yi sulla traduzione de L’automa di Moravia e Lei Jia su una comparazione tra proverbi e modi di dire in italiano e in cinese. Hanno concluso la giornata dei lavori una rappresentante della Casa editrice della letteratura del popolo, e Lu Yuanchang, responsabile della casa editrice di Nanchino Yilin, con un intervento dal titolo “Opinioni sulla traduzione delle opere letterarie italiane”. Da tutti questi interventi è emerso un nuovo quadro del lavoro di traduzione di opere letterarie italiane. Se l’attività di traduzione dall’italiano può essere fatta risalire agli anni ’80 dello scorso secolo, è solo negli ultimi anni che essa si è intensificata e le case editrici cinesi scelgono sempre più spesso di pubblicare autori italiani. Il problema può essere forse quello di creare una nuova, e più consapevole, generazione di traduttori cinesi anche se, come ha elegantemente affermato Shen Emei citando un detto cinese, “nel nostro cammino lungo la strada tortuosa della traduzione sopperiamo alla vecchiaia degli anni con la giovinezza dell’arte”. Tra gli autori italiani più tradotti in Cina compaiono D’Annunzio, Moravia, Calvino e Deledda e dal 2000 ad oggi, grazie in particolare alla casa editrice Yilin di Nanchino, sono apparse anche opere di scrittori quali Tiziano Rossi, Daniele Del Giudice, Vincenzo Cerami ed altri ancora. La giornata del 22 è stata aperta da Tullio De Mauro che, con il suo bell’intervento, ha voluto sottolineare il ruolo svolto dal latino nella formazione della lingua italiana, spiegando come il fiorentino si sia imposto nella penisola italiana come lingua nazionale grazie alla sua prossimità con il latino, e come la consapevolezza di questa “tradizione linguistica”, unitamente alla consapevolezza delle varietà dialettali italiane, possa essere d’aiuto nella comprensione di un testo. Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, ha presentato invece un rapporto su un’indagine promossa dalla sua università e dal Ministero degli Affari Esteri, intitolata “Italiano
ultimissimi anni dell’Ottocento, durante i quali l’Italia Risorgimentale venne presa a modello da
alcuni tra i più grandi intellettuali cinesi dell’epoca come Kang Youwei e Liang Qichao. Wen Zheng ha idealmente continuato la discussione con un excursus storico per la comprensione della diffusione della letteratura italiana, da Matteo Ricci a le “Biografie degli eroi del Risorgimento italiano” di Liang Qichao. Dopo quasi un secolo d’inattività, negli anni Novanta del secolo scorso sono ripresi i lavori di traduzione di narrativa contemporanea e di classici della letteratura italiana.
Proprio alle problematiche legate alla traduzione di classici hanno fatto riferimento gli interventi di Alessandra Brezzi sulla Divina Commedia, di Monica Piccioni sul Decameron e di Antonella Musto sulle Avventure di Pinocchio. In tutti e tre i casi è stato necessario aspettare diverso tempo perché le traduzioni venissero realizzate dall’originale e non da traduzioni da altre lingue (giapponese e inglese) col conseguente risultato, in alcuni casi, di traduzioni inesatte, tagliate e, in alcuni casi, con errori più o meno gravi d’interpretazione. Hanno chiuso questi due intensi giorni di lavoro l’intervento di Du Ying, sull’insegnamento dell’italiano in Cina, e quello di Yang Shunxiang sul Milione di Marco Polo. E’ stato proprio l’intervento della prima a dare il via ad una vivace e accesa discussione in cui i docenti, sia da parte cinese che da parte italiana, hanno potuto confrontarsi e scambiarsi suggerimenti sulla didattica e sui materiali ad essa correlati. Il convegno si è idealmente concluso con la tavola rotonda del 23 ottobre mattina, durante la quale lo scrittore Alessandro Baricco ha incontrato i suoi traduttori in vista della recente pubblicazione delle versioni cinesi di Senza Sangue e Barnum 2. Come sopra accennato, infine, il 25 ottobre è stata inaugurata, presso
L’ultima sezione, infine, è dedicata alla storia delle traduzioni letterarie italiane. Alla cerimonia
d’inaugurazione sono intervenuti il Vice Direttore del Centro di ricerca per la letteratura prof. Lu Jiande, il Vice Rettore dell’Università di Lingue Straniere di Pechino prof.ssa Jin Li, il Ministro Consigliere dell’Ambasciata di Italia a Pechino, Raffaele Trombetta, il Preside della Facoltà di Studi Orientali, Federico Masini e l’addetto stampa dell’Ambasciata di Italia, Paola Paderni. La mostra è durata fino al 25 novembre.
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