Durante il periodo in cui è in linea il sito abcity.it allestito dalla Rizzoli in occasione dell'uscita di City, sono organizzati tre incontri con i lettori in forma di chat.
Il primo incontro ha luogo il 29 giugno del 2000, poco più di un anno dopo l'uscita di City e l'apertura del City Forum. La chat, dal titolo Linea diretta con Alessandro Baricco, è ospitata dalle 14 alle 17 su una pagina interna al sito, dove rimane archiviata.
Su la Repubblica il resoconto di Loredana Lipperini, parla di «una foltissima schiera di interlocutori on line, cinquecento soltanto nei primi sessanta minuti, più di mille alla conclusione della terza ora, fino ad intasare il sito» e sul Corriere della Sera Cristina Taglietti conta 1285 messaggi arrivati. Le domande pubblicate sono 126, alcune delle quali prive di risposta per le quali Baricco si giustifica affermando: «il problema è che qui arrivano tanti messaggi e così è SCIENTIFICAMENTE impossibile che io risponda a tutti, quindi alcuni li pubblico senza risposta, perdonato? Perdonato».
Sul Corriere della sera, in un articolo sul rapporto tra libri e Web, Paolo Ottolina scrive: «In Italia, per ora, l'esperimento più innovativo è stato quello di Alessandro Baricco, che presentò il suo ultimo romanzo «City» unicamente via Internet, attraverso un sito trilingue appositamente creato. La risposta del pubblico, in quel caso, è stata ottima. Tanto che, nella chat con l' autore del 29 giugno, il sito ha raggiunto 40.000 contatti. E, nelle tre ore in cui Baricco è rimasto online, sono piovute 1.300 domande dai suoi lettori.».
Il 13 ottobre 2003 dalle 15 alle 17 ha luogo l’ultima delle chat allestite sulle pagine online della Rizzoli, intitolata Senza sangue un anno dopo, e archiviata in Speaker’s corner. La chat non ha risonanza sulla stampa ed è pubblicizzata sul sito della Rizzoli e su abcity.it solo una settimana prima dell’evento. Ha la durata di due ore, a differenza delle precedenti, entrambe di tre ore. Le domande pubblicate sono 63 e i messaggi che Baricco dichiara essere arrivati, prima dell’ultima decina di domande pubblicate in chat sono 1652.
Gli articoli di stampa che si occupano delle chat del 2000 e del 2002 riportano il tenore delle domande, mettendone in rilievo quelle ritenute più significative, nello stile e nei contenuti al fine di tracciare un ritratto del lettore di Baricco.
Loredana Lipperini su la Repubblica del 30 giugno 2000 disegna il suo “Identikit dei colloquianti”: «tutti appassionati lettori, molti giovani, almeno a giudicare dai numerosi congedi (a malincuore) di chi doveva abbandonare la conversazione per andare a studiare» e, per quanto faccia una carrellata sulle domande dal tono da fan club, spiritose o superficiali, non manca di notare che «la maggior parte delle domande verte sulla scrittura, sugli amori e sui maestri di Baricco».
Commentando la chat del 2002, Marco Neirotti, su La Stampa, parla dell'uscita in contemporanea di due libri, uno tradizionale, Senza sangue, l'altro «al passo con i tempi e le tecnologie: estemporaneo, ora banale e ora frizzante, una ventina di pagine, non ha titolo, non costa nulla ed e' stato scritto con lui dai suoi fans o detrattori che sono intervenuti per tre ore nella chat line che ha salutato l'uscita del racconto vero». Neirotti si sofferma su domande che inquadra come «scritti estasiati, letterine piu' adatte a una pop star, contestazioni che piu' che di analisi rigorosa puzzano di invidia per la gloria, interrogativi banali sapientemente lasciati in sospeso. Ma scritti in un modo che di certo avra' fatto inorridire l'inventore della Scuola Holden di scrittura». Traccia infine il suo ritratto critico del lettore facendolo emergere dall’analisi della chat:
«Da un pomeriggio di chat rimane davvero il libro di un'Italia che piu' che leggere compera, che piu' che apprezzare ammira o detesta. Baricco si barcamena con tempismo abile di fronte alle insulsaggini. […] Ma il regalo grande che ha fatto alla parte piu' triste dei suoi corrispondenti d'un giorno e' di averli fatti partecipi di una ventina di pagine che, stampate a casa, faranno dire: «Questo sono io». Rimarranno tante parole di sconosciuti e poche, astute e volteggianti, del vero protagonista».
In effetti Neirotti inquadra la chat come un prolungamento o uno specchio dell’opera di Baricco in un nuovo testo in un’ottica assimilabile a quella che, ne I barbari, fa parlare lo stesso Baricco di libri come sistemi passanti di sequenze originate e dirette altrove. A dare vita alle chat è peraltro un campione di lettori avvezzi alla comunicazione in Rete già a partire dal periodo degli esordi fino alla sua esplosione. Si tratta di lettori che si muovono tra libri, fumetti e film, secondo le modalità da surfing in superficie che Baricco illustra ne I barbari.
Lo stesso criterio di selezione dei messaggi pubblicati, per la stessa natura dello strumento chat, tende a privilegiare le domande a risposta veloce e di contenuto leggero.
Difficilmente si trovano, tra quelle pubblicate, domande che richiedano approfondimenti su tematiche letterarie, e, in ogni caso, Baricco risponde per cenni. Afferma di rispondere scegliendo un po’ a caso, dove gli piace ma domande e risposte formano una sequenza di temi che si ripete con caratteristiche e proporzioni costanti dalla chat del 2000 quella del 2003.
Si possono riassumere le tipologie di domande pubblicate in poche categorie: domande che riguardano le opere di Baricco, domande che riguardano riferimenti a panorami letterari e cinematografici più ampi, domande sulla scuola Holden, domande a contenuto politico-sociale, domande che esprimono curiosità sulla persona e i gusti di Baricco, spiritosaggini o provocazioni tout court, domande sul significato e sul rapporto di Baricco con il City Forum e con le stesse chat. La maggior parte delle domande in chat sono centrate sulle opere per ricevere spiegazioni di passi o semplicemente per esaltare i brani preferiti o chiederne le fonti di ispirazione all’autore.
I lettori esprimono anche il loro giudizio sul percorso stilistico e tematico di Baricco, operando confronti tra le opere e chiedendo anche all’autore giudizi comparati su di esse.
City assume spesso il ruolo di un’opera spartiacque nel rapporto dei lettori con la scrittura di Bariccco.
La maggior parte delle domande su City appartengono alla chat del 2000, ma City si ritrova anche nei messaggi delle chat successive.
a me city è piaciuto molto. è il primo libro dove i tuoi personaggi (almeno alcuni) vivono d'avvero, e non sono solo un tuo clone. paolo ()
e vvvvai!
prewiew
ciao Alessandro, è un grande libro Senza sangue?? A me è strapiaciuto Oceano Mare, invece con City eri un pò troppo avanti forse.. Con Senza Sangue quanto lontano sei andato..??
Con City andavo in un posto che ancora on conoscevo. Senza sangue sta in un posto che conoscevo meglio. Non so, è difficile da spiegare. Diciamo che ogni volta che io scrivo un libro è perché volgio finire in un posto che ho visto nelle mappe della mia immaginazione ma in cui non dono mai stato. presumo che esista, ma poi chissà. parto e lo vado a cercare. Il posto di City era davvero molto lontano, e infatti è un libro pieno di strappi, di tappe nel nulla, di falsi sentieri, cose così (che ame picciono molto, ai lettori meno). Senza sangue invece sta in un posto più vicino, molto difficile da raggiungere (salite della madonna), ma più vicino. E infatti non ci sono strappi, è più compatto, è come il passo di uno che sale su una montagna. Ci hai capito qualcosa?
Tutti hanno una terza foto sull'armadietto. Ma su quella non danno spiegazioni.
Ieri ti hanno accusato di narcisismo e ritrosia perchè non concedi interviste. Hai detto che il silenzio c'entra molto con l'essere onesti. E' vero in molti casi, ma nel tuo perchè?
perchè le cose che facciamo (tutti, non solo io) mi sembrano migliori di quello che diciamo. Perché sono vere, mentre è molto più facile bluffare parlando. per cui io non voglio stare zitto tutta la vita, ma se riesco, voglio parlare poco dei miei libri. Voglio farlo in poche occasioni, e possibilmente con gente che mi piace. Cioè, non è solo quello. Ho porvato a spiegarlo in City: parlare delle cose che facciamo ci porta lontano dalle cose che facciamo, ci allontana dall'origine, ci fa perdere contatto con quel poco di autentico che magari c'è in noi. per cui conviene farlo senza esagerare. Ma insomma, lasciate perdere, è un mio pallino, non state ad ascoltarmi.
City nella chat del 13 ottobre 2003
da una ex
Ti ho amato tanto, Ale, ma erano i tempi di Castelli di Rabbia e io allora ne avevo tanta ma così tanta addosso. Con City abbiamo cominciato a litigare e con "Senza sangue" ci siamo lasciati. Pensi mai che la colpa sia tua?
E' che io faccio la mia strada. Non è detto che sia sempre la tua. io cerco di non stare fermo. In qualche modo, ogni mio libro nasconde dentro il libro dopo: spesso come una forma di ribellione, perfino di rifiuto di quello che ho appena fatto. E così libro dopo libro adesso sono in un posto che è un po' differente da quello in cui ho scritto Castelli di rabbia. C'è aria più tersa. Forse i personaggi sono ancora semrpe quelli, ma c'è aria più tersa.
Sto aspettando ancora una risp! Visto che non potrò mai incontrarla, potrebbe rispondermi? Sto scrivendo una tesi su di lei, avrei bisogno di sapere dove posso trovare la sua tesi, quali sono stati i suoi studi musicali. Pensavo che Tarasco insegnasse alla Holden..esistono dei corsi di scenofonia che lei sappia? Senza sangue mi sembra un brano di musica tecnicamente perfetto, ma non mi ha emozionato(almeno da una prima lettura). City è il perfetto equilibrio tra tecnica e passione.
Tarasco purtroppo non insegna. Si tiene tutto per sè.
Rassegna stampa sulle chat con i lettori
Articoli sulla chat del 29 giugno 2000
Dal calcio ai libri così Baricco chatta con i lettori
Repubblica — 30 giugno 2000 pagina 47 sezione: CULTURA
"Forse non è molto bello essere famosi?", chiede il navigatore allo scrittore. "E' una cosa che è molto bello provare una volta nella vita. Due. Non di più, però", risponde Alessandro Baricco, alle prese con la sua prima chat e una foltissima schiera di interlocutori on line, cinquecento soltanto nei primi sessanta minuti, più di mille alla conclusione della terza ora, fino ad intasare il sito dello scrittore, abcity.it. Identikit dei colloquianti: tutti appassionati lettori, molti giovani, almeno a giudicare dai numerosi congedi (a malincuore) di chi doveva abbandonare la conversazione per andare a studiare ("Baricco o Voltaire? Qui devo decidere, dato che domani ho un esame...". Risposta, magnanima: "Scegli Voltaire, va' "). Argomenti? Svariatissimi: il vino preferito (Amarone), il pensiero religioso ("Io son stato molto cattolico, quando ero piccolo, cioè fino a sedici, diciassette anni. Mi è rimasta quello che Adorno chiamava "la nostalgia del totalmente altro"), il calcio ("Faresti giocare Totti, Del Piero, Fiore e Inzaghi?" Risposta, a poche ore da Olanda-Italia: "Ma voi vivete mai con quattro punte?"), la musica (una rivelazione sul jazz, per cominciare: "Sono molti quelli che mi dicono che quel che scrivo c' entra col jazz, e il fatto vero è che io odio il jazz, cioè diciamo che mi annoia spesso"). Ma la maggior parte delle domande verte sulla scrittura, sugli amori e sui maestri di Baricco: Selby jr. ("Una lezione pazzesca. Ultima fermata a Brooklyn ti dimostra che puoi fare tutto"), Dino Buzzati ("Mi piaceva molto, sì, lo leggevo quando ero piccolo"), Pasolini ("Mi piace la sua assenza di paura"). Guru riconosciuti? ("McEnroe, of course. E Sergio Leone"). Gli internauti incalzano: Hai mai copiato? "No". Ti piacciono gli audiolibri? "Li farei volentieri ma non con la mia voce: è già fin troppo nella mia scrittura". Hai mai scritto una poesia? "No". Sei modesto? "Sempre no". Ti piacciono i chupa chups? "Sì, all' arancio". E se gran parte della chat è dedicata a City, per ammissione di Baricco il proprio romanzo preferito, qualche ammissione arriva anche su esperimenti sfortunati come Davila Roa, contestatissimo spettacolo teatrale. "E' stato il più grande fiasco della mia vita di scrittore. Molto emozionante: stare lì, su un palcoscenico, e farsi sommergere di fischi. Un' esperienza, ragazzi". Naturalmente ci sono i progetti: la sceneggiatura di Seta per il John Madden di Shakespeare in love, uno spettacolo da City, un documentario, forse un piccolo libro con tre racconti, televisione se viene un' idea, Internet con Radiofreccia di Ligabue ("uno di quelli con cui mi piace lavorare"). E le polemiche: su tutte, quella con il Teatro Stabile di Torino: "Non è una ripicca. Voglio riprendermi Novecento perché voglio far capire a tutti che se c' è intorno a noi qualcosa che non ci piace, quello che dobbiamo fare è dire a voce alta che noi non ci stiamo e non vogliamo far parte di quel pezzo di mondo". - di LOREDANA LIPPERINI
INTERNET
Repubblica — 01 luglio 2000 pagina 42 sezione: CRONACA
BARICCO IN CHAT E' UN SUCCESSO
Quarantamila contatti dalle 14 alle 17, 1.285 messaggi, 128 domande pubblicate con relative risposte, che resteranno in linea sul sito: sono i numeri della prima chat di Alessandro Baricco, che ieri pomeriggio ha incontrato i suoi lettori (per lo più giovani e giovanissimi) in rete sul sito abcity.it. Dal 29 aprile 1999 il sito ha avuto circa 500 mila contatti.
Corriere internet. SCRITTORI
Una chat con Baricco su Abcity.it dalle 14 alle 17
SCRITTORI
Una chat con Baricco su Abcity.it dalle 14 alle 17 Anche un comunicatore di riconosciuta abilità può averne abbastanza di comunicare. Alessandro Baricco, lo scrittore torinese di «Oceano Mare» e «Novecento» (nella foto), quando nel maggio del 1999 uscì il suo ultimo romanzo, «City», disse no. No ai passaggi promozionali in tv, no alle interviste sulla stampa, no al Maurizio Costanzo Show e agli altri teatrini del piccolo schermo. E si tuffò fra le braccia del Web. «Fuggo sulla Rete perché non me la sento più di parlare dei miei libri», dichiarò un anno fa il romanziere. «Lo trovo disonesto». Così è nato Abcity.it, un sito in quattro lingue che punta sull' interattività con il pubblico. Il successo ha dato ragione all' autore: quasi 500.000 pagine visitate sul sito e la sezione Forum sommersa da una valanga di e-mail. Oggi, dalle 14 alle 17, il pubblico si può accomodare in una sorta di salotto letterario accanto all' autore: Alessandro Baricco sarà infatti ospite di una chatroom su Abcity.it. L' occasione giusta per tutti i fan, ma anche per i detrattori, dell' ex conduttore di «Pickwick».
Ottolina Paolo
Pagina 26
WEB Oltre mille messaggi in un giorno per l'autore di «Oceano mare», mentre la Mondadori lancia un sito per grandi firme e una libreria on line
Navigare in rete nel laboratorio degli scrittori
Baricco, De Carlo, De Crescenzo, Pontiggia: gli autori dialogano con i lettori su Internet
WEB Oltre mille messaggi in un giorno per l' autore di «Oceano mare», mentre la Mondadori lancia un sito per grandi firme e una libreria on line Navigare in rete nel laboratorio degli scrittori Baricco, De Carlo, De Crescenzo, Pontiggia: gli autori dialogano con i lettori su Internet Alla fine anche gli scrittori italiani sono caduti nella Rete. Certo non faranno come Stephen King, primo a pubblicare un racconto soltanto online (l' unica versione cartacea è quella italiana, edita da Sperling & Kupfer), ma Internet comincia a mietere vittime d' autore anche da noi. Il pioniere era stato, lo scorso anno, Alessandro Baricco che per lanciare il suo romanzo City aveva scelto di utilizzare esclusivamente la via informatica creando un sito Internet: www.abcity.it. Un mare di lettori aveva mandato commenti e suggerimenti poi era sparito evitando qualunque altra forma di presenza mediatica. Un' operazione riuscita se a distanza di un anno Baricco ha bissato l' esperienza presentandosi, venerdì, a una chat di tre ore con i suoi lettori: mentre il sito, nella giornata, ha avuto circa quarantamila contatti, dalle 14 alle 17, orario in cui l' autore era collegato, sono arrivati 1285 messaggi. E' il rapporto con i lettori virtuali l' aspetto che sembra attirare di più chi scrive libri. Anche chi, come Sebastiano Vassalli, non ha il computer e non ha intenzione di cedere alle lusinghe del web: «Ho sessant' anni e mi considero tagliato fuori. Non ho più voglia di investire nel futuro. Mi sembra anche che, almeno per quanto riguarda gli scrittori che si occupano in prima persona del loro sito, ci sia un po' di esibizionismo. L' aspetto più interessante è il rapporto con i lettori. Ma non è che prima non ci fosse: ci sono sempre state le presentazioni, gli incontri e le vecchie, tradizionali lettere». Ed è puntando sul contatto lettori-scrittori che Mondadori ha lanciato l' iniziativa «Scrittorincorso.net»: a partire da oggi venti firme della scuderia di Segrate esporranno ai navigatori vita pensieri e opere. Si parte con Fosco Maraini a cui si aggiungeranno, il 21 agosto, Petacco, Citati, Pontiggia e Fede e poi, via via, Augias, Bevilacqua, Bocca, Boneschi, Brizzi, Camilleri, De Carlo, De Crescenzo, Gervaso, Giudici, Parsi, Pieraccioni, Spinosa, Vegetti Finzi, Vespa. «Si pensa che gli scrittori siano persone molto chiuse, che scrivono in solitudine - dice Gianni Ferrari, direttore generale della divisione libri Mondadori -, in realtà quando si offre loro la possibilità di entrare in contatto con il pubblico la accolgono sempre volentieri». Gli autori saranno in rete in prossimità dell' uscita in libreria dei loro romanzi: i lettori potranno navigare cliccando su alcune parole chiave. Non solo: sarà possibile «scaricare» sul proprio computer (attraverso Readers, un programma della Microsoft) il libro prima ancora che ci sia la sua versione cartacea. Il prezzo è ancora da definire, ma sicuramente sarà molto economico per i classici che sono, per lo più, liberi dai diritti (il primo sarà Pinocchio). Per chi, comunque, ama i libri tradizionali, di carta, in autunno partirà, sempre da Mondadori, Bol.com (Book on line): un sito di e-commerce in collaborazione con l' editore Bertelsmann. Già presente in 14 paesi, il sito diventerà il più grosso negozio virtuale di intrattenimento dove si potranno comprare libri, dischi, video. Ma non c' è soltanto il libro già fatto: c' è pure il libro in fieri. Il sito di Andrea De Carlo sarà attivo dall' autunno, anche se il libro uscirà il prossimo anno. «L' idea - dice lo scrittore - è avere uno spazio dove mettere non capitoli, ma note, foto, musiche, disegni che abbiano a che fare con la storia. Una sorta di finestra aperta sul mio studio dove accogliere anche suggerimenti dei lettori». D' altronde molti scrittori utilizzano Internet da tempo, come Marta Boneschi che l' ha usato per le ricerche del suo Senso, una sorta di storia del sesso («sono un' autodidatta, quindi all' inizio della ricerca mi uscivano i siti di Samanta, Lara, eccetera, poi mi sono affinata») o Silvia Vegetti Finzi: «Penso all' utilità del rapporto diretto, personale, con i navigatori che, nel mio caso, immagino soprattutto donne. Poter esporre un problema direttamente da casa è un grosso passo avanti che può addirittura avvicinare al libro, non bypassarlo». Ha ceduto alla tecnologia anche un «esperto del non uso del computer» come Giuseppe Pontiggia che dopo aver scritto con una vecchia Olivetti il nuovo romanzo, ad agosto comprerà tutti gli strumenti tecnologici e farà il grande balzo: «Non provo nessun piacere all' idea che una biblioteca venga ridotta in un e-book, ma penso che la nostalgia per il passato sia comica. Diciamo la verità: gli amanti del libro sono sempre stati una nicchia, perché rimpiangere la perdita di lettori che non ci sono mai stati? Meglio aprirsi a un altro tipo di pubblico». Ernesto Ferrero, autore di N. e direttore della Fiera del libro di Torino, come scrittore continua a credere nell' oggetto libro che «rimane un vero e proprio piacere, ma utilizzo normalmente Internet per le mie ricerche, per le rassegne stampa e altre cose. Poi guardo con curiosità a tutte le iniziative che prendono gli editori. Sono esperimenti doverosi, che vanno fatti anche se poi possono ridimensionarsi». Entusiasta della Rete è naturalmente Luciano De Crescenzo che utilizza il computer dal 1959: «In Italia ci sono 1500 librerie mentre i comuni sono 8000: cioè 6500 sono senza libri. Internet è una grande vetrina e permette a tutti di procurarsi tutto. Non credo che porterà alla fine del volume cartaceo: a un libro puoi fare l' orecchietta per tenere il segno e mettertelo sul comodino. Al computer no». Cristina Taglietti www.abcity.it è il sito di Alessandro Baricco scrittorincorso.net è il sito degli autori Mondadori
Taglietti Cristina
Pagina 35
(1 luglio 2000) - Corriere della Sera
Corriere Internet. Scettici editori e scrittori davanti all' ultima provocazione del re dell' horror: scaricare l' opera pagando un dollaro a capitolo
«L' idea di Stephen King in Italia non funzionerebbe»
Libri in vendita esclusivamente via Web? Bevilacqua: no, qui la libreria è ancora una struttura ben radicata. Può permetterselo soltanto una grande firma come lui
«L' idea di Stephen King in Italia non funzionerebbe» «I libri, io, faccio già fatica a scriverli. Figuriamoci a venderli». Lo scrittore Sandro Veronesi è tanto scettico quanto deciso: la strada imboccata da Stephen King, quella di vendere direttamente i libri dal suo sito, pare non convincerlo. «Per vendere i libri ci sono le case editrici e i librai. E sono ben contento che continuino a esistere», aggiunge Veronesi. SCOMMESSA - Per King, si tratta di un esperimento. E, insieme di una scommessa, come puntualizza Alberto Bevilacqua: «King si è buttato, ma con un paracadute foderato di dollari. Però credo sia difficile che si apra». La stessa triste ipotesi che hanno prospettato al «re dell' horror» sia i figli, sia il commercialista. La scommessa, però, è partita lo stesso, spinta dalla forza dei numeri e del business. «Riding the bullet», romanzo che King ha pubblicato come e-book sul sito del suo editore Simon & Schuster, ha venduto 500.000 copie, a due dollari e mezzo. «The plant», il nuovo libro elettronico, costerà un dollaro a capitolo. Con dieci capitoli e un minimo di 100.000 lettori paganti, l' autore si metterà in tasca un milione di dollari. Levandosi dai piedi la percentuale dovuta all' editore e al circuito librario. L' idea di King non sembra scuotere più di tanto il mondo dell' editoria italiana. «Che altri autori, anche a breve, vendano i loro libri direttamente su Internet mi pare probabile - dice Carla Tanzi, direttrice editoriale di Sperling & Kupfer, che di King pubblica le versioni italiane - E non lo considero negativo: Internet è un mezzo per ampliare il pubblico, per raggiungere nuovi lettori. Per noi che ci occupiamo di libri è positivo». SCETTICI - Ma c' è scetticismo sulla possibilità di esportare questo modello nel nostro paese.Bevilacqua descrive un panorama dell' editoria italiana refrattario alle innovazioni: «Nel nostro Paese, esistono strutture ben radicate, con un che anche di arcaico, se vogliamo. Da un lato, c' è la libreria, che cerca di difendersi dall' aggressione della grande distribuzione. Dall' altra gli editori, aggrappati al libro stampato. Difficile capire che cosa può produrre, in questo stato delle cose, l' immissione di un fermento di novità». Beppe Severgnini sottolinea la differenza tra le due realtà: «Tra Italia e Stati Uniti, i numeri sono veramente molto diversi. E, da noi, penso ci sia in più un elemento di impreparazione tecnica. Qui si parla di file che devono essere scaricati, aperti e stampati su una buona stampante, accessorio che, per altro, non tutti posseggono». In Italia, per ora, l' esperimento più innovativo è stato quello di Alessandro Baricco, che presentò il suo ultimo romanzo «City» unicamente via Internet, attraverso un sito trilingue appositamente creato. La risposta del pubblico, in quel caso, è stata ottima. Tanto che, nella chat con l' autore del 29 giugno, il sito ha raggiunto 40.000 contatti. E, nelle tre ore in cui Baricco è rimasto online, sono piovute 1.300 domande dai suoi lettori. King sospenderà le pubblicazioni dopo il secondo capitolo se almeno il 75% di chi scarica i primi due capitoli non pagherà il dollaro dovuto. SCRITTURA - Carla Tanzi, però, non ne è convinta: «Mi sembra impossibile che King lasci l' opera incompiuta - dice - Il piacere della scrittura è talmente forte in lui, che non credo lascerà i lettori a bocca asciutta dopo la seconda puntata». Insomma, «The Plant» venderà o non venderà? Quanti pagheranno? In mezzo a tanti dilemmi sul «quanto», Sandro Veronesi tira in ballo il «come»: «Vorrei conoscere la qualità di questo romanzo. Per ora i lavori pubblicati direttamente via Web sono stati di qualità inferiore a quelli su carta. Insomma, conoscendo King, mi sembra un' operazione mirata a far soldi». Paolo Ottolina IL COMMENTO Può permetterselo soltanto una grande firma come lui di FRANCO CARLINI Si avanza minaccioso il fantasma della fine degli intermediari, ovvero di tutti coloro che stanno in mezzo al guado, tra chi ha qualcosa da offrire (diciamo un libro) e chi potrebbe comprarlo (diciamo un lettore). E' un destino inevitabile? Non necessariamente. L' editore, inteso come operatore culturale che sceglie, cura e propone, continuerà a avere un ruolo fondamentale. Ma lì potrebbe finire il suo intervento: per il resto stampa solo su richiesta e distribuzione attraverso la rete, abbattendo almeno della metà i costi dei volumi. Resta da stabilire come si distribuiscono i risparmi così ottenuti. Nel modello di King l' editore viene tagliato fuori, mentre un dollaro va a King per ogni puntata, ma, trattandosi di un racconto breve, il lettore finisce per non risparmiare granché, se vuole stamparselo su carta e leggerlo in terrazzo. Comunque è un sistema praticabile solo da chi sia già una grande firma: nessuna spesa di marketing (ci pensano i media) e conti a posto in ogni caso, perché le spese di produzione sono praticamente nulle. Per tutti gli altri, dagli esordienti ai professionisti meno noti, il problema non è mettere in rete, ma farlo sapere, e dunque un editore web intelligente e dinamico risulterà un prezioso nuovo intermediario.
Ottolina Paolo, Carlini Franco
Pagina 25
(22 luglio 2000) - Corriere della Sera
29-06-2000, STAMPA, NAZIONALE, pag.25
Chatline con Chatline con Baricco Dialogo virtuale con Alessandro Baricco.
Oggi pomeriggio, dalle 14 alle 17, lo scrittore chattera' in diretta con i suoi lettori sul sito abcity.it, nato un anno fa per il lancio in rete del suo ultimo romanzo, City (Rizzoli), e diventato in questi mesi il punto d'incontro preferito del romanziere con i suoi lettori
Senza sangue chattando con Baricco
Repubblica — 29 agosto 2002 pagina 42 sezione: CULTURA
Tre ore di chat. Tre ore di dialogo in rete fra Alessandro Baricco e i suoi lettori. Molti, la maggioranza, i fan, qualche detrattore e qualcuno che sfotte. L' occasione - ieri fra le 15 e le 18 - l' uscita in libreria di Senza sangue (Rizzoli, pagg. 105, euro 10), il nuovo romanzo dello scrittore torinese. Baricco non ama le interviste. E, saltate le mediazioni giornalistiche, preferisce il tu per tu con i lettori, una legione sparsa in tutta Italia, soprattutto fra i più giovani. Il modulo delle chat impone libertà assoluta, parità di condizioni e niente vincoli. Si chiedono chiarimenti su un personaggio, su un luogo, sui meccanismi narrativi, ma poi si parla dell' arbitro Moreno e di Trapattoni («un altro in panchina, senza tanta acqua benedetta, e di Moreno non ci ricordavamo neanche più», replica Baricco), del Torino, delle vacanze a Cuba e di Topolino. Luigi segnala una coincidenza: Senza sangue esce contemporaneamente a The rising, l' ultimo cd del "nostro Bruce Springsteen". Un lettore perora una causa: «Convinci mio fratello a fare i compiti delle vacanze». E Baricco: «E fai sti cazzo di compiti delle vacanze, no?». Letteratura e battute. «Sei vanitoso?», domanda Rosy. «Perché, tu no?». Altra domanda: «Che musica ascoltavi mentre scrivevi Senza sangue?». «Nick Cave, Skrjabin, Dylan, Part, il mio umidificatore». Perché, chiede Giulia, il critico Daniele Brolli ti odia tanto? «Gli ho buttato il ciuccio nel water quando eravamo insieme all' asilo». E' innegabile, incalza Valeria, che l' unica persona di cui tu sia veramente innamorato è te stesso. Replica: «Il guaio è che non sono ricambiato». Spunta qualche cattiveria. «Ho ricevuto una critica per averti criticato. Lesa maestà?», domanda Fausto. «Guarda che il mondo è pieno di gente che mi caga in testa senza farsi il minimo problema. Vai tranquillo». «Non ti senti un po' commerciale?», insiste qualcuno. E un altro: non ti pare di «sfruttare una bella faccia e una scrittura lieve per vendersi bene al pubblico delle giovani avide menti adolescenti?». «A me piace che molti mi leggano», risponde Baricco. «Tutto qui. Non mi sembra di fare nulla che disprezzo per ottenere un risultato del genere».
Una casa isolata nella campagna, due bimbi: un figlio e una figlia, e un uomo, il padre, sotto assedio. Quattro individui in Mercedes sono venuti per ucciderlo. Non sappiamo perché. Poi l' autore inizia a distillare dolori profondi. È il nuovo romanzo breve di Alessandro Baricco, Senza sangue, in libreria da oggi. Frasi cortissime, i pensieri lasciati sospesi, l' uso del passato remoto, che è strumento evocativo, a catturare il lettore per portarlo in una dimensione onirica. Baricco non ha perso la sua aura. L' analisi e il giudizio spetteranno ai critici. Lui continua ad addestrarsi nel far parlare l' anima. Perciò usa quel suo sguardo straniato sul mondo. Narra l' incubo di un' umanità perduta, uomini segnati dal sangue, persi nel rancore come fosse un' arma capace di tenere a bada gli orrori vissuti e rivissuti nei ricordi. Una guerra è passata, una delle tante, non importa quale, conta che sia ancora presente nelle vite spezzate di chi l' ha combattuta o subita. Come Nina, la figlia, che il lettore reincontrerà nella seconda parte del romanzo. Una saggia bimba ormai invecchiata che ci conduce al finale. E' sua l' ultima scena, è lei l' ultima voce di una partitura abilmente composta e perciò non immediatamente visibile, tesa a creare suggestione come un brano musicale. Baricco, in fondo, viene dalla musica. Nato nel 1958 a Torino ha esordito come critico musicale e in tv nel ' 93 fu il conduttore di «L' amore è un dardo», trasmissione di successo dedicata alla lirica. L' anno dopo «Pickwick», il programma dedicato alla letteratura, lo ha reso famoso. Aveva già scritto Castelli di rabbia nel ' 91 - con cui conquistò un premio selezione Campiello oltre al Prix Medicis étranger - e Oceano Mare, che nel ' 93 gli valse il Viareggio. Nel ' 94, ai tempi della tv, divenne autore di culto. Le masse arrivarono con Seta, pubblicato come gli altri romanzi da Rizzoli nel ' 96. Settecentoventimila copie vendute soltanto in Italia, traduzioni in 32 Paesi, encomi anche dagli Stati Uniti. Nel frattempo scriveva saggi sulla musica, un testo teatrale, Novecento, portato sul grande schermo da Tornatore e raccoglieva articoli, gli ultimi sono usciti quest' anno in Next (Feltrinelli). Ormai tradotto in quaranta lingue, con City, romanzo metropolitano, nel ' 98 Baricco ha ritrovato il suo pubblico. Anzi lo ha incontrato su Internet in un forum. Per la prima volta in Italia il lancio di un libro avveniva attraverso un sito costruito apposta. Oggi si replica dalle 15 alle 18 per Senza sangue all' indirizzo rcslibri.it. Come accadde con City, l' autore non concederà interviste, così come non ha lasciato trapelare anticipazioni sulla trama. I critici, scavalcati, non lo perdonano. Ieri il Secolo d' Italia gli dava bellamente del narciso per la sua ritrosia, che negli anni è andata crescendo, fino al silenzio stampa. «Essere capaci di silenzio è una cosa che c' entra molto con l' essere onesti, se si fa un mestiere come il mio», scriveva Baricco nel forum del ' 98. L' ombra lunga dell' autore-spettacolo sembra sovrastarlo, la battaglia per non scambiare l' essere con l' apparire è tutta sua. Come scrive a pagina 82 di Senza sangue: «Per quanto uno si sforzi di vivere una sola vita, gli altri ce ne vedranno dentro altre mille, e questa è la ragione per cui non si riesce a evitare di farsi del male». Ai mali dell' anima, agli inferni da cui ciascuno viene punta il romanzo, aprendo la strada verso un ricovero per i propri dolori senza più spargimenti di sangue. Cinzia Fiori Il libro: Alessandro Baricco, «Senza sangue», Rizzoli, pagine 107, euro 10
Fiori Cinzia
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(28 agosto 2002) - Corriere della Sera
30-08-2002, STAMPA, NAZIONALE, pag.24
NEIROTTI MARCO
LO SCRITTORE E I SUOI FAN SU INTERNET CHAT BARICCO
Marco Neirotti MERCOLEDI' pomeriggio Alessandro Baricco ha festeggiato l'uscita in contemporanea di due libri. Uno e' tradizionale: Senza Sangue, Rizzoli editore, 105 pagine per 10 euro di costo. L'altro e' al passo con i tempi e le tecnologie: estemporaneo, ora banale e ora frizzante, una ventina di pagine, non ha titolo, non costa nulla ed e' stato scritto con lui dai suoi fans o detrattori che sono intervenuti per tre ore nella chat line che ha salutato l'uscita del racconto vero. Chi ha stampato l'intero testo del «forum» ha in casa il secondo libro, il gadget, una sorta di «Confessioni dell'autore». Di per se' non stupisce che un romanziere di successo che preferisce concedersi il meno possibile, scelga, per un dovere di promozione, il dialogo diretto via computer. Tanto che risponde a un lettore: «Io non voglio stare zitto tutta la vita, ma se riesco voglio parlare poco dei miei libri. Voglio farlo in poche occasioni e, soprattutto, con gente che mi piace». E ha perfettamente ragione quando spiega: «Le cose che facciamo mi sembrano migliori di quelle che diciamo». Ed e' proprio in quel punto che fa la sintesi del libro a duemila mani. Ci sono scritti estasiati, letterine piu' adatte a una pop star, contestazioni che piu' che di analisi rigorosa puzzano di invidia per la gloria, interrogativi banali sapientemente lasciati in sospeso. Ma scritti in un modo che di certo avra' fatto inorridire l'inventore della Scuola Holden di scrittura: qual e' lo scrivono quasi tutti «qual'e'» con un bell'apostrofo. E poi gli domandano - culmine della cattiveria - se e' «un no global con i maglioncini di cachemire», beccandosi un po' di sprezzo: «Formula la domanda un po' meglio, va'». Da un pomeriggio di chat rimane davvero il libro di un'Italia che piu' che leggere compera, che piu' che apprezzare ammira o detesta. Baricco si barcamena con tempismo abile di fronte alle insulsaggini. «Che farai quando e' finito il forum?», chiedono. E lui: «Dritto in bagno?». Ma il regalo grande che ha fatto alla parte piu' triste dei suoi corrispondenti d'un giorno e' di averli fatti partecipi di una ventina di pagine che, stampate a casa, faranno dire: «Questo sono io». Rimarranno tante parole di sconosciuti e poche, astute e volteggianti, del vero protagonista.