- Allora, signor Klauser, deve morire Mami Jane?
- Che vadano tutti a cagare.
- È un sì o un no?
- Lei che ne dice?
Nell’ottobre del I987, la CRB - casa editrice da ventidue anni delle avventure del mitico Ballon Mac - decise di indire un referendum tra i suoi lettori per stabilire se fosse il caso di far morire Mami Jane. Ballon Mac era un supereroe cieco che di giorno faceva il dentista e di notte combatteva il Male grazie ai poteri molto particolari della sua saliva. Mami Jane era sua madre.
City non contiene un indice. Il testo è articolato in 35 capitoli numerati, privi di titolo, inseriti tra un prologo e un epilogo, la cui estensione varia dalle due righe alle trenta pagine.
Nelle edizioni Rizzoli e nelle edizioni Superpocket il testo parte sempre da pagina 9, con la precisazione che nella prima edizione Rizzoli del 1999 l’indicazione prologo si trova sulla pagina precedente a quella in cui inizia il testo, mentre nelle altre edizioni Rizzoli e Superpocket è inclusa nella pagina di inizio del testo, in cima. La stessa precisazione vale per l’indicazione epilogo che nella prima edizione Rizzoli si trova in cima alla pagina precedente il testo dell’epilogo che inizia a pagina 305.
L’ultima pagina di testo nelle edizioni Rizzoli e Superpocket è la pagina 319 mentre nella prima edizione Rizzoli del 1999 è la pagina 321.
Il testo è diversamente distribuito nelle pagine delle edizioni Mondolibri del 1999 e Feltrinelli del 2007. Nell’edizione Mondolibri e l’indicazione prologo si trova nella pagina precedente l’inizio del testo a pagina 9, così come l’indicazione epilogo si trova nella pagina che ne precede il testo che si chiude a pagina 268. Nell’edizione Feltrinelli il prologo è a pagina 7, l’epilogo è a pagina 253 e l’ultima pagina di testo è pagina 266.
prologo - Allora, signor Klauser, deve morire Mami Jane?
I - Questa casa fa schifo -, disse Shatzy
2 Dietro alla casa di Gould c’era un campo da pallone
3 Il venerdì, alle sette e un quarto, il padre di Gould telefonò
4 Fecero secca Mami Jane nel numero di gennaio
5 Quella storia del western, tra l’altro, era vera
6 - Ti accompagno.- Perché?
7 Un’altra bella scena era quella del menu
8 Dato che il bagno era proprio in cima alle scale
9 Il sabato Shatzy li invitò tutti fuori a cena
10 Bordi del campo, dietro la porta di destra
II - Passami la signorina Shell
I2 Bella la puttana di Closingtown, bella
I3 Gould aveva ventisette professori
I4 - Ciao. - Ciao -, disse Shatzy
I5 - larry!... larry!... Larry Gorman sta avvicinandosi
I6 Gould stava seduto per terra, sulla moquette
I7 Nel settembre I988, otto mesi dopo la morte di Mami Jane
I8 Il cadavere di Pitt Clark lo trovarono dopo quattro giorni
I9 - Pronto, Gould? - Ciao papà
20 (Gould va a trovare il prof Taltomar
2I Shatzy tornò a casa che erano le cinque del mattino
22 All’università di Gould arrivò uno studioso inglese
23 - Abbiamo al microfono Stanley Poreda
24 Fu tutto così improvviso e, in certo modo, naturale
25 - Pronto? - Pronto
26 Una sigaretta che si accende - audio al massimo
27 Il padre di Gould arrivò di sera tardi
28 Sul manto della prateria il vento inclina paesaggio e anime verso ovest
29 Senza pistole - sopra il cuore, nel taschino, biglietti da visita
30 Il Vecchio era talmente grande
3I Le prime volte Shatzy veniva, restava un po’, poi se ne andava
32 Tutto quel giorno di caldo e vento Phil Wittacher lo passa chiuso dentro il Vecchio
33 Phil Wittacher nel sole del mezzogiorno
34 Phil Wittacher entra nella casa del giudice
35 Soffia il vento sotto un sole giaguaro
epilogo - No, è una cosa completamente diversa
- Allora, signor Klauser, deve morire Mami Jane?
- Che vadano tutti a cagare.
- È un sì o un no?
- Lei che ne dice?
Nell’ottobre del I987, la CRB - casa editrice da ventidue anni delle avventure del mitico Ballon Mac - decise di indire un referendum tra i suoi lettori per stabilire se fosse il caso di far morire Mami Jane. Ballon Mac era un supereroe cieco che di giorno faceva il dentista e di notte combatteva il Male grazie ai poteri molto particolari della sua saliva. Mami Jane era sua madre.
______________
Il prologo prosegue con la descrizione, da parte di una voce narrante, di Mami Jane, personaggio al quale i lettori erano molto affezionati.
Una delle otto signorine incaricate dalla CRB di raccogliere i pareri dei lettori sulla domanda “Deve morire Mami Jane?” era una ragazza sui trent'anni che veniva da Pomona. Andava in giro con un registratore portatile dentro il quale, ogni tanto, diceva delle cose.
Si chiamava Shatzy Shell.
Alle 10 e 45 del dodicesimo giorno di referendum, Shatzy Shell sentì il telefono suonare per la ventunesima volta, scrisse sul modulo che aveva davanti 21 e sollevò il ricevitore.
Il prologo prosegue con la conversazione telefonica (Gould e Shatzy).
La voce all’altro capo del telefono disse di chiamarsi Gould e chiese a Shatzy di controllare se nella stanza ci fosse un ragazzo rapato a zero che teneva per mano una specie di gigante, con delle scarpe enormi, e una giacca verde. Disse che comunque non erano cattivi, anche se avrebbero sfasciato tutto, e probabilmente le avrebbero attorcigliato intorno al collo il suo telefono.
Shatzy chiese l’età a Gould e, dato che aveva dodici anni, gli chiese dei suoi genitori, Gould precisò che avrebbe compiuto tredici anni l’indomani e disse che sua madre se n’era andata quattro anni prima e viveva con un professore che studia i pesci, e che suo padre lavorava per l’esercito.
Ai frequenti “splendido” di commento di Shatzy, Gould chiese se fosse sempre tutto così splendido per lei e Shatzy gli disse che le accadeva spesso e nei momenti più strani e gli raccontò la storia della tavola calda sulla Statale 16 (La tavola calda sulla Statale 16).
A un certo punto della telefonata che continuava ad andare avanti, Shatzy si accorse della presenza, in piedi, davanti al suo tavolo, del capo dipartimento sviluppo e promozione, il signor Bellerbaumer che la stava osservando. Dopo essersi schiarito la voce, il signor Bellerbaumer le ricordò che lei doveva soltanto fare la domanda se dovesse morire Mami Jane e infine le disse che era licenziata.
Shatzy chiese il permesso di finire la telefonata e, quando comunicò a Gould di essere appena stata licenziata, lui lo trovò splendido in quanto, se non altro, Diesel e Poomerang non avrebbero strozzato lei.
Le spiegò che il gigante era Diesel e Poomerang era quello senza capelli emuto che ci sentiva ma non parlava.
Prima di chiudere, Gould chiese a Shatzy della tavola calda del suo racconto e le propose di andare tutti, con Diesel e Poomerang, a mangiare lì l’indomani, per il suo compleanno.
Shatzy disse che non sembrava che avesse tredici anni, accettò l’invito, premette il pulsante blu, staccò la linea e infilò le sue cose nella suaborsa gialla con su scritto Salva il pianeta terra dalle unghie dei piedi laccate, anche le foto incorniciate di Walt Disney e di Eva Braun e il piccolo registratore che si portava sempre dietro e dentro il quale, ogni tanto, diceva delle cose.
Il prologo prosegue con le storie che prendono vita durante l’incontro a tavola di Gould e Shatzy, davanti a un hamburger.
Il racconto della storia di Shatzy bambina che immaginava di essere la piccola Eva Braun creduta figlia di Hitler (Eva Braun) è seguito dalla notizia, data dalla voce narrante, che Diesel e Poomerang non arrivarono mai alla CRB e dal racconto della visione di un tacco a spillo nero sul marciapiede che li bloccò per la strada, fino a un’ora inservibile, a inseguire una loro fantasia sulla donna che lo aveva perso (Il tacco a spillo sul marciapiede). Segue il discorso di Shatzy su Walt Disney (Walt Disney)
Il prologo si chiude con le parole:
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“Finito.”
“Finito?”
“Sì.”
“Com’era?”
“Insomma.”
“Andiamo?”
“Andiamo.”
Andiamo? Andiamo.
- Questa casa fa schifo -, disse Shatzy - Sì -, disse Gould.
- È una casa che fa schifo, credimi.
Tecnicamente parlando, Gould era un genio.
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Il capitolo prosegue con la spiegazione da parte della voce narrante che, all’età di sei anni, una commissione di cinque professori lo aveva sottoposto a tre giorni di testi test assegnando a Gould, un QI di I08.
Era stato affidato a un’équipe di ricercatori universitari e, a undici anni, si era laureato in fisica teorica, con un lavoro sulla soluzione del modello di Hubbard in due dimensioni.
Segue la conversazione durante la visita di Shatzy a casa di Gould ( Questa casa fa schifo ), inframmezzata dalla descrizione da parte della voce narrante della casa di Gould: una casa signorile dove l’fbi era passata a cercare un microfilm con le scopate del Presidente in un bordello del Nevada.
Shatzy chiese a Gould come facesse a vivere lì dentro e lui le spiegò che lui aveva due stanze al college. Shatzy disse che un bambino non dovrebbe vivere e neanche studiarci in un college e che dovrebbe almeno avere una governante. Gould le spiegò che suo padre era convinto che lui avesse una governante muta di nome Lucy alla quale ogni venerdì, alle sette e un quarto, telefonava per avere notizie. Gould gli passava al telefono Poomerang che, essendo muto, imitava benissimo la voce di Lucy.
Il capitolo prosegue con il racconto da parte della voce narrante del giorno della laurea di Gould e con il discorso del rettore sull’intelligenza di Gould ( Il discorso del rettore alla laurea di Gould ).
Il capitolo si chiude con le parole:
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- Tu ce l’hai un lavoro, Shatzy?
- No, Gould.
- Vuoi fare la mia governante?
- Sì.
Dietro alla casa di Gould c’era un campo da pallone. Ci giocavano solo ragazzini, i grandi stavano in panchina a urlare, o sulla piccola tribuna in legno, a mangiare e urlare. C’era l’erba dappertutto, anche davanti alle porte e a centrocampo. Era un bel campo da pallone.
______________
Il capitolo prosegue spiegando che Gould, Diesel e Poomerang stavano ore a guardare, dalla finestra della camera da letto (Dietro alla casa di Gould c'era un campo da pallone). Gould prendeva appunti. Aveva la teoria che a ogni ruolo corrispondesse un preciso profilo morfologico e psicologico e individuava nelle foto delle squadre i ruoli dei giocatori con una percentuale di errore del 28 per cento.
Diesel guardava il gioco perché gli piacevano i colpi di testa, Poomerang guardava perché cercava un’azione che aveva visto anni prima, alla tivù.
Ogni tanto Gould sipiazzava ai bordi del campo, dietro la porta di destra, e guardava la partita di fianco al prof. Taltomar senza che si dicessero niente per decine di minuti (Taltomar).
Gould gli attribuiva una conoscenza smisurata del regolamento, e cercava in lui la certezza, che i suoi professori universitari non sapevano dargli, che l’ordine fosse una proprietà dell’infinito. Gli sottoponeva ipotesi di eventi improbabili sul campo da gioco. Taltomar prendeva tempo ed emetteva il responso sul corretto arbitraggio del caso.
Ogni tanto, mentre Gould stava lì col professore, capitava che un pallone rotolasse oltre il fondo, proprio verso di loro.
Il capitolo si chiude con le parole:
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- La palla, per piacere!
Spaesato, finiva per fissare nel vuoto, davanti a sé, rimanendo immobile.
Il venerdì, alle sette e un quarto, il padre di Gould telefonò per sapere da Lucy se tutto era okay. Gould disse che Lucy se n’era andata con un rappresentante di orologi conosciuto a Messa, la domenica prima.
______________
Il capitolo prosegue con la conversazione telefonica tra Gould e il padre durante la quale dopo uno scambio di domande e risposte su Lucy e l’orologiaio, il padre disse a Gould di mettere l’annuncio sul giornale e poi di usare i questionari per assumere una nuova governante (Gould e suo padre).
Shatzy Shell dopo avere sistemato sul tavolo le foto di Eva Braun e di Walt Disney e infilato un foglio nella macchina da scrivere, batté la cifra 22 per cominciare da quella domanda. (Il questionario).
Alla domanda 22 “É in grado la candidata di ricordare la cosa più bella che le è occorso di fare quando era bambina?”, Shatzy rispose scrivendo il racconto della visita da bambina al Salone della Casa ideale (Il Salone della Casa Ideale).
Shatzy, poi si fermò su una domanda del secondo foglio ritenendola più veloce, la 31, “Può la candidata esporre per sommi capi qual è il sogno della sua vita?”, rispondendo che il suo sogno era fare un western che avevaincominciato quando aveva sei anni e contava di non schiattare prima di averlo finito.
Il capitolo chiude con le parole:
______________
Quando le venivano delle buone idee, accendeva il suo registratore portatile e le diceva lì dentro. Aveva centinaia di cassette registrate. Lei diceva che era un western bellissimo.
Fecero secca Mami Jane nel numero di gennaio, in una storia intitolata Binario sicario. Così vanno le cose.
Quella storia del western, tra l’altro, era vera. Shatzy ci lavorava da anni. All’inizio aveva accumulato idee, poi si era messa a riempire quaderni d’appunti. Adesso usava il registratore.
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Il capitolo prosegue con la scena iniziale del western di Shatzy, l’arrivo a Closingtown dello straniero, che compare da una nuvola di sabbia e tramonto (L'arrivo dello straniero a Closingtown).
Julie Dolphin dalla veranda della sua casa, l'ultima casa del paese, solleva il fucile, allinea occhio, mirino, uomo, mira in mezzo al petto, e spara.
________________
L’uomo ci mette un po’ a raggiungere Melissa Dolphin, in mezzo alla strada, immobile. Si toglie il cappello.
- Closingtown?
- Dipende -, risponde Melissa Dolphin.
Precisamente così iniziava il western di Shatzy Shell.
- Ti accompagno.
- Perché?
- Voglio vedere questa benedetta scuola -, disse Shatzy.
________________
Il capitolo prosegue con il dialogo tra Gould e Shatzy lungo la strada ( A scuola di Gould ).
Shatzy gli chiese di quella storia del Nobel e disse che trovava un po’ strano che si dicesse a un bambino che vincerà il Nobel, che sarebbe stato meglio non dirglielo prima.
Presero il pullman, che era rosso e, arrivati alla scuola, Shatzy disse a Gould che era veramente bella.
Gould fece l’esempio a Shatzy dei ragazzini che giocano a pallone nel campo sotto casa che, anche quando non c’è nessun pallone, in giro, ci giocano lo stesso, tirando nell’aria, o facendo finta di palleggiare. Le disse che per lui la scuola era quella cosa lì. Che anche se non c’era nessun libro aperto, o professore, o scuola, lui non smetteva mai di pensarci. Che non c’entrava il Nobel.
Shatzy allora si scusò dicendo a Gould che non parlava sul serio, che diceva così per dire. Gli chiese però di tornare a casa dopo le lezioni.
Lo salutò, guardandolo attraversare il cancello e risalire il viale centrale, in mezzo al grande prato, e pensò che era uno scandalo lasciare che un bambino fosse così solo, e che ci sarebbe voluto almeno un drappello di ussari, per scortarlo lungo quel viale e poi dentro le aule.
Segue il dialogo tra Shatzy e due ragazzi che presero in giro Gould e ai quali Shatzy finì per urlare che gli ussari li avrebbero appesi per le palle e ci avrebbero fatto il tiro a segno con loro.
I ragazzi dissero che era matta e se ne andarono. Shatzy si voltò ancora a guardare la scuola, e poi si mise a correre ed entrò nell'edificio. Cercò Gould dappertutto fino a trovarlo in un’aula, in cui vide un signore in piedi dietro alla cattedra e nei banchi nessuno, tranne Gould, seduto in terza fila, con una lattina di Coca in mano. Lo salutò e se ne andò.
Nell’aula rimasero Gould e il professor Martens che, dopo aver detto che Shatzy era carina riprese la sua lezione, che stando ai fatti era la sua lezione numero 14.
Il capitolo prosegue con la lezione numero 14 del prof. Martens ( La lezione 14 del prof. Martens sul tacco a spillo ).
Il capitolo si chiude con le parole:
______________
Il prof. Martens era il docente di Gould per la materia meccanica
quantistica. Aveva la mania delle bici, dalle quali, peraltro, cadeva di
frequente a causa di una labirintite curata male. Un suo avo aveva combattuto
nella battaglia di Charlottenburg, e lui ne aveva le prove. Diceva.
Un’altra bella scena era quella del menu. Dentro il saloon. Non il menu. La scena. Era dentro al saloon.
Dove ballava tutto un gran putiferio di cose, voci, rumori, colori, ma non dimenticare diceva - Shatzy - la puzza.
_______________
Il capitolo prosegue con la scena del menu dal western di Shatzy, il dialogo tra Carver, il tipo del saloon, e lo straniero, quello al quale le sorelle Dolphin avevano sparato all’ingresso i paese ( La scena del menu ).
Il capitolo si chiude con le parole:
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C’è odore di sudore, alcool, cavallo, denti cariati, piscio e dopobarba.
Se chiedevi a Shatzy cosa cavolo c’entrava il menu, lei ti diceva c’entra,
c’entra. Calma, è solo l’inizio.
Dato che il bagno era proprio in cima alle scale, quando Shatzy salì al piano di sopra per andare a dormire, passò davanti al bagno. Dentro c’era Gould. E quel che si sentiva da fuori era la sua voce. La sua voce che faceva delle voci.
________________
Il capitolo prosegue con l’incontro di boxe tra Larry Gorman e Sobilo ( L'incontro con Sobilo ).
Il capitolo si chiude con le parole:
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- Perché in bagno non ti fai semplicemente le pippe, come tutti i ragazzini?
- Me le faccio a letto, è più comodo.
- Giusto.
- ’notte.
- ’notte.
Il sabato Shatzy li invitò tutti fuori a cena, così loro il pomeriggio passarono da Wizwondk, il barbiere, a farsi tagliare i capelli.
_____________
Il capitolo prosegue con la descrizione da parte della voce narrante della sala da barba e con la presentazione del personaggio di Wizwondk del quale si diceva che fosse stato prete, al suo paese e che fosse stato coinvolto poi in una storia di bambine. Ilgiovedì tagliava capelli gratis. Il lunedì, giorno di chiusura, andava per cimiteri, e la sera, a casa, suonava la chitarra. Gli altri aprivano le finestre, e ascoltavano.
Il capitolo prosegue con Diesel e Poomerang che mentre sono in coda, nel caldo di fuori, ad aspettare, si alternano nel raccontare la storia di Mondini, il maestro di Larry Gorman, e l'inizio della carriera di Larry (Mondini e l'inizio della carriera di Larry
Nel capitolo si intreccia al racconto di Diesel e Poomerang la narrazione degli eventi all’interno del negozio, dove Wizwondk assassinò a colpi di forbici un grassone che, tra la clientela immobilizzata, aveva cominciato a insultare e a prendere a calci un ragazzo caduto per terra in preda a una crisi epilettica (Il negozio del barbiere Wizwondk). Il capitolo si chiude con le parole:
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Bordi del campo, dietro la porta di destra. Stavano fermi lì, a guardare. Il prof. Taltomar con la sua cicca spenta tra le labbra. Gould con un cappello di lana in testa, e le mani in tasca.
Minuti e minuti.
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Il capitolo prosegue con un’ipotesi di difficile arbitraggio sottoposta da Gould al prof. Taltomar che il professore risolve applicando il regolamento ( Taltomar).
Il capitolo si chiude con le parole:
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La partita era inchiodata sullo zero a zero.
L’arbitro correva poco ma ci sapeva fare.
Faceva un freddo cane.
I bambini hanno bisogno di certezze.
- Passami la signorina Shell.
- Sì.
Gould passò la cornetta a Shatzy. Dall’altra parte del filo c’era suo padre.
- Pronto?
- Signorina Shell?
- Sono io.
- Parente con quello della benzina?
- No.
- È un peccato.
- Lo penso anch’io.
- Alla domanda numero 3I lei ha risposto che fa un western.
- Esatto.
- Che il sogno della sua vita è fare un western.
- Già.
- Le sembra una buona risposta?
- Non ne avevo altre.
______________
Il capitolo prosegue con il dialogo telefonico in cui il padre di Gould chiese a Shatzy del suo western, le fece qualche raccomandazione per Gould e le raccontò la storia della mano sinistra del bandito Joaquín Murieta spedita in giro in quattro esemplari per il Texas ( Shatzy e il padre di Gould ). Disse anche a Shatzy che un giorno le avrebbe spiegato perché viveva lontano da Gould perché immaginava che a Shatzy non sembrasse una grande idea. Disse anche di essere più tranquillo con lei che non con la ragazza muta, una brava ragazza ma con la quale era difficile spiegarsi mentre con lei era tremendamente più pratico.
Il capitolo si chiude con le parole:
______________
- Sono d’accordo.
- Bene.
- Bene.
- Mi passa Gould?
- Sì.
Il padre di Gould telefonava ogni venerdì, alle sette e un quarto di
sera.
Bella la puttana di Closingtown, bella. Neri i capelli della puttana di Closingtown, neri. Decine di libri, nella sua stanza, al primo piano del saloon, li legge quando aspetta, storie con un inizio e una fine, se glielo chiedi te le racconterà.
______________
Il capitolo prosegue con la storia, dal western di Shatzy, della puttana di Closingtown ( La puttana di Closingtown ). Il capitolo si chiude con le parole:
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Young morì in cella, il giorno prima del processo. Suo padre andò a
trovarlo, e gli sparò in faccia, a bruciapelo.
Gould aveva ventisette professori. Quello che preferiva, comunque, era Mondrian Kilroy. Era un uomo di una cinquantina d’anni, con una strana faccia da irlandese (non era irlandese). Portava sempre ai piedi delle pantofole di panno grigio, così tutti pensavano che vivesse lì all’università, e qualcuno che fosse nato lì. Insegnava statistica.
______________
Il capitolo prosegue spostando indietro la narrazione al primo incontro tra Gould e il il prof. Mondrian Kilroy, una volta che Gould era entrato nell’aula 6, e seduto in un banco qualunque ci aveva trovato il professore che stava piangendo. La voce narrante spiega che la cosa non era da considerarsi completamente illogica, dato l’indirizzo che da alcuni anni avevano preso gli studi del prof. Mondrian Kilroy sugli oggetti curvi. Il senso del pianto del professore e il collegamento con gli studi sugli oggetti curvi emergeva in particolare nella lezione sulleNymphéas di Claude Monet.
Il capitolo prosegue con la lezione n. 11 del prof. Mondrian Kilroy che, dallo studio delle Nymphéas di Monet, arriva alla conclusione dell’oggettivo primato della condizione del dolore come conditio sine qua non di una superiore percezione del mondo (La lezione 11 del prof. Kilroy). Il professore si era convinto che la sofferenza fosse la linea curva che dribblava l’ortogonale struttura dell’inautentico ma, siccome aveva una vita priva di significativi dolori, si sentiva inadeguato alle sue premesse teoriche, tanto da finire col trarne la sua unica ragione di sofferenza che lo faceva scivolare verso una depressione effettiva.
La narrazione torna al giorno del primo incontro tra Gould e prof. Mondrian Kilroy quando, mentre stava piangendo gratuitamente, nascosto nell’aula 6, il professore vide entrare Gould, famoso al college per essersi laureato a undici anni. Sapeva che per un certo periodo aveva perfino vissuto lì, al college, subito dopo la storia orrenda della madre, una bella signora bionda e simpatica che adesso era ricoverata in una clinica psichiatrica. Il capitolo si chiude con le parole:
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Il ragazzino gli chiese se voleva un fazzoletto, o qualcosa da bere. Il prof. Mondrian Kilroy disse di no, che andava tutto bene. Rimasero un po’ lì. Il ragazzino studiava. C’era una bella luce, che veniva dalle finestre. Il prof. Mondrian Kilroy si alzò, prese la giacca, e si diresse verso la porta. Quando passò davanti al ragazzino, gli sfiorò con la mano la testa, e borbottò qualcosa tipo Sei un bravo ragazzo, Gould.
Il ragazzino non disse niente.- Ciao.
- Ciao -, disse Shatzy.
- Cosa prendete?
- Due cheeseburger e due succhi d’arancia.
- Patatine?
- No, grazie.
______________
Il capitolo prosegue con l’episodio del fast food in cui Shatzy, nel tentativo di ordinare dei panini per lei e Gould, si perde nel labirinto delle combinazioni, delle offerte, degli omaggi e dei concorsi a premi e finisce l’andare via ( Il fast food ).
Il capitolo si chiude con le parole:
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Uscirono dal fast food. C’era un’aria fredda e tersa, da inverno pulito.
- Pianeta di merda -, disse piano Shatzy.
Gould se ne stava lì, in mezzo al marciapiedi, fermo, con in mano un palloncino rosso. Sopra c’era scritto io mangio hamburger.
- Ho fame -, disse.
- larry!... larry!... Larry Gorman sta avvicinandosi alla nostra postazione... è circondato dal suo clan... il ring è pieno di gente... larry!... non è semplice, per il campione, farsi largo... c’è Mondini, il suo coach... davvero una vittoria lampo, questa sera, qui al Sony Sport Club, ricordiamo, 2 minuti e 27 secondi sono bastati... larry, ecco, Larry, siamo in diretta, per la radio... Larry... siamo in diretta, allora, una vittoria lampo...
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Il capitolo prosegue con l’intervista in cui Larry dice al giornalista che il suo microfono piacerebbe molto a sua sorella che fa l’imitazione di Marilyn Monroe, sputata a Marilyn. Il cronista gli chiede se vuole dire qualcosa sul suo avversario ma Larry risponde che il suo avversario si chiama Larry Gorman (L'avversario di Larry Gorman).
L’intervista di Larry fu interrotta dalla voce di Shatzy che intimò a Gould di uscire dal bagno perché quelli della tivù lo aspettavano da mezz’ora per intervistarlo.
La voce narrante spiega che volevano fare un servizio per lo special del venerdì sera sulla storia tristissima di un ragazzino condannato dalla sua intelligenza alla solitudine e al successo. Così Gould si sedette sul sofà, davanti alla telecamera con a fianco Poomerang e Diesel si sistemò per terra, mettendoci po’ di tempo (L'intervista con quelli della tivù).
Alle domande però Gould lasciò rispondere al suo posto Diesel e Poomerange rimase in silenzio per tutto il tempo.
L’unica cosa che Gould decise di dire, quando quelli della tivù ormai avevano rinunciato all’intervista fu il racconto di quando lui e il prof. Taltomar guardavano le partite e la palla finiva fuori, fermandosi vicino a loro ma il prof. Taltomar senza muoversi, continuava a guardare verso il campo, come se non fosse successo niente anche se il portiere gridava per averla rimandata.
Gould disse di averglielo chiesto finalmente, un giorno al prof. Taltomar perché non andassero mai a prendere la palla e lui, dopo avere sputato per terra un po’ di tabacco, gli aveva detto: O guardi o giochi. Nientaltro (O guardi o giochi).
Il capitolo si chiude con le parole:
______________
- Tutto qui? -, chiese Vack Montorsi.
- Più o meno.
Vack Montorsi spense il videoregistratore.
- Cosa abbiamo d’altro?
- I gemelli e quella storia della falsa Gioconda.
- La Gioconda fa schifo.
Venerdì sera andò in onda uno special su quattro gemelli inglesi. Per tre anni erano andati a scuola a turno e nessuno se n’era accorto. Neanche la loro fidanzata. Che adesso aveva qualche problemino.
Gould stava seduto per terra, sulla moquette alta quattro centimetri. Guardava una televisione. Quando tornò Shatzy erano le dieci passate. A lei piaceva andare a far la spesa di sera, sosteneva che la roba era stanca e così si lasciava comprare senza fare resistenza. Aprì la porta e Gould le disse ciao, senza togliere gli occhi dalla televisione. Shatzy lo guardò.
- Non aspettarti un granché, ma comunque se la accendi migliora.
Gould disse che non funzionava.
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Il capitolo prosegue con il dialogo che parte dalla domanda di Shatzy su dove Gould avesse preso il televisore, un televisore che sembrava in finto legno, a meno che non fosse di legno vero.
Gould raccontò che l’aveva rubato Poomerang a un giapponese che vendeva imitazioni perfette di pietanze fatte di cera perché, dopo che gli aveva lavato la vetrina tutte le mattine,non lo aveva pagato.
Poi Gould chiese a Shatzy se conosceva qualcuno che fosse pazzo e sapesse cosa succedeva nella testa a uno che diventava pazzo (Cosa succede nella testa di un pazzo).
Shatzy rispose di averne visti alcuni, e di credere che succedeva che qualcosa dentro si rompeva, per cui dei pezzi non rispondevano più agli ordini, in una specie di anarchia organizzata, cerchi la porta per uscire e non la trovi più e resti chiuso lì dentro per sempre e, se non puoi uscirci, da una casa così, devi trovare un modo di viverci e, anche se da fuori non ci si capisce niente, per i pazzi era tutto molto logico.
Gould continuò e raccontò a Shatzy che sua madre era impazzita e che erano venuti a prenderla un giorno per portarla in un ospedale psichiatrico e lui non l’aveva mai più vista. L'avevano portata via di mattina presto, mentre lui dormiva e quando si era svegliato, c’era suo padre che camminava avanti e indietro, vestito in borghese, con la cravatta un po’ allentata sul colletto aperto della camicia. Raccontò anche che una volta era andato a cercare quell’ospedale, ma non gli era riuscito di trovarlo perché nessuno ne sapeva niente, e che all’inizio aveva pensato di scriverle ogni giorno, ma suo padre sosteneva che lei doveva rimanere molto tranquilla ed evitare le emozioni, così lui non le aveva neanche scritto. Gould ricordò, infine, che lei sapeva imitare le voci dei cantanti, e che cantava con la voce di Marilyn Monroe che sembrava sputata lei.
Shatzy si mise allora a ripetere piano Marilyn Monroe, Marilyn Monroe,all’infinito, andando e tornando dalla cucina, cercando le chiavi, chiudendo la porta di casa. Poi andò verso la scala, si scusò e disse di dovere andare a dormire.
Gould salì al piano di sopra, entrò in bagno.
Il capitolo prosegue con la cronaca dell’incontro di boxe tra Larry Gorman e Randolph al St. Anthony Field (L'incontro con Randolph), una vittoria un po’ rubata, pensò Gould.
Pensò anche che andava tutto vagamente storto, quella sera, poi si tirò su la cerniera, spense la luce e andò a dormire.
A un certo punto della notte si svegliò e vide Shatzy seduta per terra, di fianco al suo letto conuna felpa rossa sopra la camicia da notte, e masticava il sedere di una biro blu.
Shatzy parlò a Gould delle roulotte, dicendo che le avevano sempre messo una tristezza bestiale, ma che nello stesso tempo c’era in esse qualcosa che attraeva lo sguardo che si intuiva essere un qualcosa di prezioso. Shatzy disse che finalmente era riuscita a trovare una ragione per pensare che sarebbe stato bello avere una roulotte (La roulotte).
Si girò verso Gould e si chinò su di lui, proprio da vicino e gli disse che con una roulotte, Diesel avrebbe potuto vedere il mondo, che se ne sarebbero andati tutti a vedere il mondo. Diesel in una roulotte ci sarebbe entrato, avrebbero avuto la loro casa, e sarebbero stati dove volevano.
Gould chiuse gli occhi, pensando a una roulotte che aveva visto in un cartone animato, che correva come una matta su una strada tutta a strapiombo sul nulla, sbandando da tutte le parti, senza mai cadere, mentre dentro tutti mangiavano ed erano a casa loro, e la roulotte li teneva come una mano che tenesse un animaletto, senza schiacciarlo, e se lo portasse in giro. Il capitolo si chiude con le parole:
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Avevano tutt’e due, negli occhi, strade, e strade, e strade.
- Ce ne andiamo a vedere il mondo, Gould. Basta con queste pippe.
Nel settembre I988, otto mesi dopo la morte di Mami Jane, la CRB decise di sospendere la pubblicazione delle avventure di Ballon Mac, il supereroe dentista.
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Il capitolo prosegue con la spiegazione, da parte della voce narrante che le vendite continuavano a calare e neanche l’introduzione di un personaggio femminile che sovente mostrava le tette era stata efficace. Nell’ultimo numero, Ballon Mac partiva per un pianeta lontano promettendo a sé e ai lettori che “un giorno luminoso di un domani migliore” sarebbe tornato.
Gould compì quattordici anni e Shatzy offrì a tutti una cena in un ristorante dove avvenne una lite familiare al tavolo vicino al loro (La cena al ristorante cinese).
La voce narrante commenta che, a modo suo, fu un bel compleanno e prosegue passando al febbraio 1989, quando un gruppo di studio dell’Università di Vancouver, pubblicò un articolo in cui si enunciava una nuova teoria che avrebbe portato nel giro di una decina d’anni alla produzione di energia a basso costo e minimo rischio ambientale. Tre mesi dopo un articolo del prof. Mondrian Kilroy e di Gould avrebbe dimostrato che il modello matematico di cui si erano avvalsi gli studiosi di Vancouver risultava sostanzialmente inutilizzabile, definendolo “un po’ infantile”.
Più o meno in quel periodo Shatzy si ricordò che, volendo acquistare una roulotte, bisognava possedere un’automobile anche se non ci avevano mai pensato prima.
Decise allora di chiedere al padre di Gould che, essendo maschio, doveva pure avere una macchina da qualche parte, senza parlargli però dell'idea della roulotte. Segue la conversazione telefonica tra Shatzy e il padre di Gould (Shatzy e il padre di Gould) durante la conversazione Shatzy si sentì presa come da una stanchezza e si mise a pensare a Bird, il vecchio pistolero del suo western (Bird) .
Gould era in pigiama con un’influenza che, a parte la febbre, ti svuotava dentro, facendoti passare ore sul cesso e la carriera di Larry Gorman trasse così un impulso improvviso edecisivo.
Larry Gorman aveva ormai un record di 21 combattimenti e 21 vittorie prima del limite, tanto che i giornali cominciarono a parlare del titolo mondiale e a chiamare Larry con un soprannome, quello di “Lawyer”, per via del padre avvocato (Larry Lawyer).
Il capitolo prosegue con il racconto di Diesel e Poomerang sulla fama crescente di Larry e sulla discussione tra lui e Mondini, durante la quale Mondini cercò di convincerlo ad abbandonare l’idea del mondiale e a smettere con la boxe.
L’inverno del 1989, fu molto rigido, e il campionato di calcio, nel campo dietro alla casa di Gould, fu interrotto spesso per impraticabilità del terreno. Il professor Taltomar non ricomparve più, al campo, e così Gould si mise a cercarlo e lo trovò in una casa di cura per anziani, con una polmonite che poteva invece essere un cancro, nel suo letto, come rimpicciolito, con gli occhi chiusi (Il professore non ricomparve più al campo). Gli sottopose ancora un'ipotesi da arbitrare e il professore gli rispose.
Più o meno in quel periodo Shatzy trattò l’acquisto della roulotte, una Pagode del ’7I di seconda mano gialla con l’interno in legno.
La voce narrante spiega che la roulotte apparteneva a un professore di Gould, il prof. Bandini, che aveva messo l'annuncio sul giornalino dell'università. Un giorno, mentre stava facendo lezione nell’aula 11, vide Shatzy entrare sventolando il ritaglio del giornale degli annunci. Shatzy chiese scusa e il permesso di aspettarlo in aula ascoltando la lezione.
Il capitolo prosegue con la lezione del prof Bandini sulla veranda come immagine riassuntiva della dislocazione destinale della condizione umana: di fronte al mondo, con alle spalle la propria casa (La lezione del prof. Bandini sulla veranda).
Alla fine della lezione Shatzy gli fece i complimenti e stabilirono di incontrarsi nel pomeriggio per vedere la roulotte, che si trovava nel suo giardino.
Fu lì in giardino che Shatzy chiese al professore come gli fosse venuto in mente di sceglierla gialla perché in generale bisogna essere completamente deficienti per comprarsi una roulotte gialla.
A una ventina di metri, appoggiati al muro del garage di casa Bandini, Gould, Poomerang e Diesel se ne stavano all’ombra, guardando la scena e commentando.
Mentre aspettavano, Diesel e Poomerang parlavano di Larry e del mondiale. Gould disse che Mondini era strano e che non avrebbero mai indovinato chi aveva scelto per quell’incontro. Si voltò un attimo a guardare Shatzy con il professore, poi sussurrò il nome di Poreda. Diesel e Poomerang, dopo lo stupore, cominciarono a raccontare la sua storia (Poreda).
Shatzy ridiscese il sentierino di pietra poi si fermò davanti a Gould, che aveva una faccia molto seria e gli disse che la moglie di Bandini lo aveva lasciato per una donna.
Si voltò a salutare il professore, che era ancora là, e disse che era un brav’uomo e non si meritava una roulotte gialla.
Gould le urlò di dirgli se era riuscita a comprare la roulotte e Shatzy, gridando, gli rispose di sì, che era riuscita a comprare una roulotte Pagode del ’71 color giallo pagandola una miseria!
Il capitolo si chiude con le parole:
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Due giorni dopo un carro attrezzi portò la roulotte a casa di Gould. La sistemarono nel giardino. La lavarono per bene, anche le ruote, i vetri e tutto. Era molto gialla. Sembrava una casa giocattolo, qualcosa fatta apposta per i bambini. I vicini ci passavano davanti e si fermavano, a guardarla. Una volta uno disse a Shatzy che non ci sarebbe stata male una veranda, sul davanti, una veranda di plastica, come quelle che vendevano al supermercato. Ce n’erano anche di gialle.
- Niente veranda -, disse Shatzy.Il cadavere di Pitt Clark lo trovarono dopo quattro giorni di ricerca, seppellito sotto trenta centimetri di terra, vicino al fiume.
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Il capitolo prosegue con la storia della caccia all’uomo, dal western di Shatzy, tra l’indiano Bear e lo sceriffo Wister ( La caccia all'uomo ).
Shatzy raccontava la scena spiegando che la caccia all’uomo è pura geometria, ubriaca ma implacabile, calcolata dal destino a partire da una colpa.
Il capitolo si chiude con le parole:
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Lo sceriffo si è sparato, Bear. Lui non si volta, continua al passo, in direzione del fiume. Bear, ehi, Bear, dove vai?
Bear non si volta.
A dormire, dice piano.
Musica.
- Pronto, Gould?
- Ciao papà.
- Sono tuo padre.
- Ciao.
- Tutto bene?
- Sì.
- Cos’è questa storia di Couverney?
- Mi hanno invitato a Couverney.
- In che senso?
- Fanno delle ricerche, lì. Vogliono che vada a lavorare con loro.
- Ha l’aria di essere una gran cosa.
- Credo che lo sia.
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Il capitolo prosegue con la conversazione telefonica tra Gould e suo padre sull'opportunità della partenza per Couverney, prevista per il settembre successivo e sull'idea di informarne la madre (Gould e suo padre).
Il capitolo si chiude con le parole:
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- Shatzy, cosa ne dice Shatzy?
- Sta bene.
- No, voglio dire, cosa ne pensa lei di Couverney?
- Di quello?
- Sì, di quello.
- Dice che è una grande occasione.
- Nient’altro?
- Dice che se sei un deodorante è una grande occasione essere invitato per tre anni nel cesso di un autogrill.
- Un autogrill?
- Sì.
- Cosa cazzo vuol dire?
- Non so. Io sarei il deodorante.
- Ah.
- Credo sia uno scherzo.
- È uno scherzo?
- Credo.
- Forte, quella ragazza.
- Sì.
- Salutamela.
- Va bene.
- Ciao figliolo.
- Ciao.
Clic.(Gould va a trovare il prof Taltomar. Entra nell’ospedale. Sale al sesto piano. Entra nella camera n. 8. Taltomar è nel letto. Respira attraverso una maschera collegata a un macchinario. È magrissimo. Gli hanno tagliato i capelli. Gould avvicina una sedia al letto e si siede. Guarda Taltomar. Aspetta.)
Il capitolo prosegue con la descrizione dell’ospedale, dell’odore di minestra e di piselli, dei muri giallo roulotte, un po’ più slavati e del prof. Taltomar che respirava, grazie a una macchina (L'immobile film di un vecchio che se ne va).
Dopo essere stato seduto accanto al professore, Gould andò in corridoio, a camminare, tenendo gli occhi sul pavimento a piastrelle bianche e nere, cercando di posare i piedi solo sulle piastrelle nere, senza toccare le righe e gli venne in mente un film che aveva visto in cui c’era un pugile che si allenava correndo lungo i binari della ferrovia. Il capitolo prosegue con il flusso dei pensieri di Larry Gorman mentre si allena per l’incontro con Poreda correndo lungo i binari del treno (Larry si allena lungo i binari).
PoiGould tornò a sedersi accanto al letto del prof. Taltomar e se ne stette per un bel po’ a guardarlo. Poi si sporse verso il letto e sottopose al professore un caso in cui l’arbitro, convocati i capitani delle squadre, dice che è molto stanco, si infila il fischietto in tasca, mormora qualcosa che nessuno può sentire e sparisce nel tunnel.
Poi uscì.
Il capitolo si chiude con le parole:
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Se ne andarono insieme, risalendo il viale alberato che portava verso il centro. Ballavano tutti e tre il passo sbilenco di Diesel, ma con arte, e un’eleganza da professionisti.
Solo dopo un po’, quando erano ormai arrivati all’incrocio con la Settima, Poomerang si passò una mano sul cranio rapato e nondisse:
- I due capitani si consultano, poi le due squadre ricominciano a giocare. E non smettono di farlo fino alla fine dell’eternità.
Gould aveva un vecchio chewingum attaccato sul fondo della tasca, nel cappotto. Lo andò a prendere, lo staccò dalla stoffa e poi se lo mise in bocca. Era freddo e un po’ duro, come un compagno di scuola delle elementari che non vedevi da anni e un giorno lo incontri per strada.
Shatzy tornò a casa che erano le cinque del mattino. Quando andava a letto con qualcuno, poi detestava dormirci insieme. Era ridicolo, ma trovava sempre qualche scusa e se ne andava.
Si sedette sui gradini, senza entrare. Era ancora buio.
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Il capitolo prosegue con il flusso dei pensieri di Shatzy sulla soglia di casa prima di rientrare (Gli altri sono le strade io sono una piazza).
La roulotte era immobile, posata nel giardino, un po’ meno gialla del solito. La lavava per bene una volta alla settimana e, a furia di vederla lì, per mesi, era diventata un pezzo del paesaggio. Shatzy capì quella notte che: non era più qualcosa che aspettava di partire ma che il suo compito era diventato quello di rimanere per tenere ferme le radici di un qualche pezzo di mondo. Sentì salire dentro una specie di lontano rumore di disfatta, sensazione che conosceva e che non le piaceva. Il segreto era non lasciarle il tempo di venir fuori e urlare così forte da non sentirla più, oltre a mettersi un paio di calze autoreggenti nere e finire nel letto di uno mai visto prima, come aveva già fatto, per cui optò per una versione a squarciagola di New York, New York.
La mattina dopo, mentre facevano colazione Gould le chiese se aveva sentito l’ubriaco di notte. Shatzy rispose di no. Poi suonò il telefono e, quando Shatzy tornò, disse che era il rettore Bolder che voleva sapere se Gould stava bene dato che da ventidue giorni non lo vedevano all’università (La telefonata del rettore).
Gould andò di sopra e ricomparve con il giubbotto addosso.
Shatzy gli chiese se aveva idea di dove potesse andare per ventidue giorni di seguito un ragazzino che è un genio che da quando è nato va all’università ogni giorno, se esce di casa ma non va all’università neanche una volta. Gould le rispose “In giro” e la salutò.
Quella mattina Gould finì vicino alla scuola Renemport.Dalle finestre si vedevano i ragazzi in classe. Nel cortile circondato da una da una recinzione alta e un po’ arrugginita, c’era solo un ragazzino di colore di dodici o tredici anni che tirava a canestro e non sbagliava mai (La scuola Renemport).
Il capitolo si chiude con le parole:
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(Fratello bambino, nel vuoto di un cortile vuoto, tu e le tue domande, insegnami quella calma e il gesto sicuro che trova la retina, quel respiro, all’altro capo di ogni paura.)
Camminò i passi del ritorno accostandoli al rimbalzo immaginario di un pallone ipotetico a cui dava movimento con la mano, spingendolo nel vuoto, sentendone i rintocchi sul selciato, caldi e regolari come battiti di cuore rimpallati via da una vita quieta.
Ciò che poteva vedere la gente, e vedeva, era un ragazzino che camminava giocando con uno jo-jo che di fatto non c’era. Così guardavano, rapiti da quella scheggia ritmata di assurdo, incastonata in un’adolescenza, per giunta, come ad annunciare in largo anticipo una pazzia. La gente teme la pazzia. Sfilava dunque, Gould, come una minaccia, pur non sapendolo senza saperlo, come un’aggressione.
Arrivò a casa.
C’era in giardino una roulotte. Gialla.All’università di Gould arrivò uno studioso inglese. Era uno molto famoso. Il rettore Bolder lo presentò nell’Aula Magna.
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Il capitolo prosegue con la descrizione nei particolari di aspetto, postura e gesti dello studioso inglese (Lo studioso inglese) fino al momento in cui il prof. Mondrian Kilroy, che era seduto in terza fila, si mise a vomitare.
A parte piangere, il prof. Mondrian Kilroy aveva iniziato a vomitare e anche questo aveva a che fare con i suoi studi e in particolare con un saggio che gli era accaduto di scrivere che definiva come “la confutazione definitiva e salvifica di qualsiasi cosa io abbia scritto, scriva o scriverò”.
Ci aveva lavorato per quattordici anni senza prendere un appunto, poi, un giorno, aveva avuto l’intuizione all’origine del saggio mentre era chiuso in una cabina di video porno in cui schiacciando dei tasti numerati potevi scegliere tra 212 programmi diversi.
Il capitolo prosegue con il Saggio sull’onestà intellettuale del prof. Kilroy (Il saggio sull'onestà intellettuale).
L’esposizione del saggio è effettuata per mezzo delle discussioni delle sei tesi che avvenivano durante i lavaggi settimanali della roulotte gialla nel giardino di Gould, a cui partecipava spesso anche il prof. Kilroy. Lavando, chiacchieravano e il Saggio sull’onestà intellettuale era un argomento che li prendeva.
Spesso ne parlavano mangiando la pizza che faceva Shatzy, soprattutto il sabato.
Gli piaceva parlare.
Una volta Gould, Diesel e Poomerang mollarono il prof. Mondrian Kilroy e Shatzy a lavare la roulotte perché avevano una partita da vedere, giù al campo.
Dopo aver lavato tutto per bene, si sedettero sugli scalini dell’ingresso, a guardare la roulotte gialla.
Si dissero delle cose e a un certo punto il prof. Mondrian Kilroy disse che Gould gli sarebbe maledettamente mancato. Il capitolo prosegue con il dialogo durante il quale il professor Kilroy disse a Shatzy, che non lo sapeva ancora, che Gould aveva accettato di andare a Couverney a settembre e che il rettore Bolder avrebbe voluto organizzare una festa di addio anche se Gould avrebbe voluto evitare.
Ne nacque una discussione (I geni vanno alle università
Il capitolo procede con un salto a mesi dopo, quando Gould se n’era già andato da un po’ e Shatzy era passata a salutare il professor Mondrian Kilroy il giorno prima di partire. Il professore, alla fine andò a prendere in un cassetto il dépliant con i prezzi della “sala contact” sul retro del quale c’era il Saggio sull’onestà intellettuale e lo diede a Shatzy.
Shatzy si portò dietro quel foglio giallo, piegato in quattro, per anni, nella borsa con la scritta Salva il pianeta terra dalle unghie dei piedi laccate e ogni tanto si rileggeva le sei tesi e la postilla, e sentiva la voce del prof. Mondrian Kilroy spiegare e commuoversi e chiedere altra pizza. Il capitolo si chiude con le parole:
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Alla fine il dépliant giallo e tutto il Saggio sull’onestà intellettuale finì per perderlo, una volta che le si rovesciò la borsa a casa di un medico, di mattino presto, mentre cercava di svignarsela e non trovava più le autoreggenti nere. Fece un sacco di casino e mentre rimetteva la roba dentro la borsa lui si svegliò così lei dovette dire qualche frase idiota, e si distrasse, e andò come doveva andare, il dépliant giallo rimase lì.
Fu un peccato. Davvero.
Sull’altra facciata, dove c’era stampato il tariffario della “sala contact”, c’era tutta una lista di servizi, e l’ultimo, quello più caro, si chiamava “Crossing contact”.
Rimase una delle cose che Shatzy non capì mai: cosa diavolo poteva essere un “Crossing contact”.- Abbiamo al microfono Stanley Poreda, siamo venuti a trovarlo nella palestra in cui si sta allenando per l’imminente incontro con Larry “Lawyer” Gorman, l’incontro è stato annunciato per il I2 del mese, sabato, sulla distanza delle otto riprese. Allora, Poreda... tranquillo?
- Tranquillissimo.
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Il capitolo prosegue con l’intervista di Poreda.
Quando Gould usci dal bagno, trovò Shatzy seduta sul gradino più alto della scala che cominciò a parlargli dandogli la schiena e non voltandosinemmeno una volta, fino alla fine.
Shatzy disse a Gould che non sapeva che andasse a Couverney e che gliel’aveva detto il professor Kilroy (Tu vai a Couverney).
D’un fiato Shatzy gli disse che non sarebbe stata facile la vita in quel mondo in cui i mediocri, ai quali manca la fantasia per immaginare che qualcuno possa essere meglio di loro, esercitano la crudeltà che è loro virtù per eccellenza, perché non necessita della minima intelligenza e quindi li fa eccellere nell’esercitarla, per cui ne hanno bisogno, e lo avrebbero preso alle spalle e non c’è modo di difendersi da ciò che colpisce alle spalle, e in particolare per lui, specialmente per quell’idea del cazzo di camminare davanti agli altri, per una strada come quella del Nobel.
Senza fermarsi Shatzy continuò dicendo che lei non era la persona più adatta a capire, perché non ce l’aveva mai avuta questa cosa di camminare davanti agli altri, e anche se si sforzava, le veniva solo in mente la storia dei fiumi, che le facesse digerire tutta la faccenda.
Il capitolo prosegue con l’esposizione della teoria dei fiumi (La virtù dei mediocri e la teoria dei fiumi).
Shatzy concluse che voleva dirgli solo due cose, la prima era che se si fossero azzardati a fargli del male lei sarebbe venuta lì a stenderli a un filo dell’alta tensione, appesi per le palle, e la seconda era che le sarebbe mancato.
Il capitolo si chiude con le parole:
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non importa se non lo capisci, adesso, magari poi lo capirai, mi mancherà la tua forza, Gould, piccolo ragazzino strano, la tua forza, porca puttana di quella eva.
Pausa.
- Sai che diavolo di ora è?
- Non so. È buio.
- Vai a dormire, Gould. È tardi, vai a dormire.Fu tutto così improvviso e, in certo modo, naturale.
Quella mattina Gould se n’era ritornato giù alla Renemport, la scuola - gli era venuto in mente che magari ci trovava di nuovo quel ragazzino nero con il suo pallone da basket, e tutto il resto -, per essere precisi sentiva che era lì, si era svegliato con la certezza che fosse lì.
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Il capitolo prosegue con Gould che, arrivato davanti alla Renemport trovò il cortile pieno zeppo di bambini che giocavano. Il ragazzino nero non c’era e ogni tanto qualcuno tirava a canestro ma non ci prendevano quasi mai.
Gould si sedette su una panchina del viale a nonpensare. Dietro passava la strada. Mentre Gould stava nonpensando, un pallone bianco e nero, da calcio scavalcò la recinzione, rimbalzò a pochi metri da lui e rotolò verso la strada. Gould rimase a guardare davanti a sé, senza provare il minimo imbarazzo ai richiami della bambina che strillava per riavere la palla. Andò avanti per un bel po’, poi la bambina si stufò e tornò a giocare. Allora Gould si alzò e si girò a cercare con lo sguardo il pallone bianco e nero finché lo vide, dall’altra parte della strada. Fu tutto così improvviso e, in certo modo, naturale ( Il calcio al pallone ).
Gould entrò nella strada senza guardarsi attorno, costringendo l'autista di un pullman che arrivava a una brusca frenata. Arrivò dall’altra parte della strada, raccolse il pallone, guardò se arrivava qualche macchina e riattraversò la strada. L’autista del pullman con le gambe che gli tremavano, stava per gridargli qualcosa, quando lo vide alzare il pallone nell’aria, con la mano sinistra, e poi colpirlo al volo con il piede destro, spedendolo nel cortile della scuola, oltre la recinzione.
Il capitolo si chiude con le parole:
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- Sì -, disse piano Gould. Era una risposta a un sacco di domande.
L’autista del pullman arrivò a qualche metro dal ragazzino. Le gambe gli tremavano ancora un po’. Era incazzato, davvero.
- Allora, sei completamente pazzo o cosa?, ehi, tu, cos’è, sei pazzo?
Il ragazzino si voltò a guardarlo,
- Non più, signore.
Disse.
- Pronto?
- Pronto.
- Chi è?
- Sono Shatzy Shell.
- Ah, è lei, signorina.
- Sì, sono io, generale.
- Tutto bene laggiù?
- Non esattamente.
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Il capitolo prosegue con la telefonata di Shatzy al padre Gould, per informarlo che Gould era sparito ( Shatzy e il padre di Gould ).
Shatzy gli disse di non perdere la calma e di non fare niente e non dire niente a nessuno, ma di fidarsi di lei e raggiungerla.
Il capitolo si chiude con le parole:
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- Mi creda, è l’unica cosa utile che può fare. Venga qui.
- ...
- Allora la aspetto.
- ...
- Generale...
- Sì?
- Grazie.
Una sigaretta che si accende - audio al massimo, rumore di tabacco febbricitante, forte come l’accartocciarsi di un foglio grande chilometri -
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Il capitolo prosegue con l’incontro di boxe tra Larry e Poreda che si interrompe mentre Poreda è di fronte a Larry, immobile, tutto il pubblico in piedi ( L'incontro con Poreda ).
Gould era sul treno, chiuso in bagno, quando vide il nottolino della serratura girare, la porta aprirsi e apparire un signore in divisa dicendogli che aveva bussato, per i biglietti, ma lui non rispondeva. Gould, rimanendo seduto sul cesso, gli allungò il biglietto. L'uomo gli chiese anche se aveva bisogno di qualcosa, gli consigliò di rispondere, un’altra volta, e gli augurò buon viaggio.
Il capitolo si chiude con le parole:
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Il bigliettaio accostò la porta. Gould si alzò, si tirò su i pantaloni.
Si guardò un attimo allo specchio. Aprì la porta, uscì, e si richiuse la porta
dietro. C’era una signora, in piedi, che lo guardava. Lui tornò verso il suo
posto. La campagna scivolava via dai finestrini senza sorprese. Il treno
correva.
Il padre di Gould arrivò di sera tardi, quando era già buio. Si guardò un po’ intorno.
- Tutto cambiato, qui.
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Il capitolo prosegue con la serata che Shatzy e il padre di Gould trascorrono insieme, mangiando e parlando di Gould e di Ruth, sua madre (Il padre di Gould arrivò di sera tardi).
Tirarono tardi, a parlare di guerre e western, o a stare zitti, con la radio sempre accesa che dava musica qualunque e alla fine il padre di Gould disse che gli sarebbe piaciuto dormire lì, se a lei non dava fastidio. Così dormì sul sofà blu e Shatzy dormì in camera sua dopo essere rimasta seduta sul letto, con la luce accesa, per un bel po’.
La mattina dopo si misero d’accordo per i soldi da mandare a Gould e il padre di Gould disse a Shatzy che sarebbe stato più tranquillo se lei fosserimasta ancora un po’ nel caso che fosse venuto in mente a Gould di tornare. Le disse che poteva telefonare quando voleva e di dirgli subito se le veniva in mente qualche buona idea.
Il capitolo si chiude con le parole:
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Poi il padre di Gould le disse che era una ragazza in gamba. E la ringraziò, perché era una ragazza in gamba. Disse anche qualcos’altro. E poi alla fine le chiese se c’era qualcosa che poteva fare per lei.
Shatzy subito non disse niente. Ma dopo, quando lui stava già quasi sulla porta, disse che effettivamente c’era una cosa che poteva fare per lei. Gli chiese se un giorno poteva portarla a conoscere Ruth. Non spiegò perché, disse solo quello.
- Mi porta un giorno a conoscere Ruth?
Il padre di Gould rimase un attimo in silenzio. Poi disse sì.Sul manto della prateria il vento inclina paesaggio e anime verso ovest, curvando Closingtown come un vecchio giudice stanco di ritorno dall’ennesima condanna a morte. Musica.
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Il capitolo prosegue la visita dello straniero alle sorelle Dolphin dal western di Shatzy ( Phil Wittacher dalle sorelle Dolphin ).
Lo straniero si chiamava Phil Wittacher con l’accento sulla i ed era un orologiaio.
Il capitolo si chiude con le parole:
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A quel punto scoppiava a ridere. Shatzy. Si metteva a ridere. Si vedeva che ’sta storia le piaceva da morire, si divertiva a raccontartela, avrebbe potuto continuare a farlo per una vita. Le metteva allegria, ecco.
- A domani, mister Wittacher.
Senza pistole - sopra il cuore, nel taschino, biglietti da visita che recitano
Wittacher e Figlio.
Costruzione e riparazione di orologi e cronometri.
Medaglia del Senato all’Esposizione Universale di Chicago.
La valigetta in mano, camminando nel vento fino alla fine del paese, una casa rossa, casa Dolphin tre gradini, la porta, Julie Dolphin, il salotto, odore di legno e verdura, due fucili appesi sopra la stufa, Melissa Dolphin, polvere che scricchiola sotto le scarpe, ovunque, strano paese, polvere dappertutto, pioggia mai, strano paese, Buona sera mister Wittacher.
Buona sera.
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Il capitolo prosegue con i cinque giorni, dal western di Shatzy, in cui al tramonto Phil Wittacher si reca dalle sorelle Dolphin per ascoltare le loro storie su Closingtown. ( I racconti delle sorelle Dolphin ).
Il quinto giorno gli dicono che può bastare e fanno riflettere l’orologiaio sul fatto che tutte quelle storie, che loro definiscono orrende, hanno in comune, oltre la morte, anche il vento.
Allora le sorelle Dolphin gli spiegano che secondo gli indiani il vento è la maledizione, una ferita del tempo. Un uomo ha strappato il tempo di Closingtown trentaquattro anni, due mesi e sedici giorni prima.
Il capitolo prosegue con il racconto, da parte della voce di Ruth, di come Shatzy spiegava quella faccenda ai ricoverati dell’ospedale psichiatrico. Lo stesso prof. Parmentier, una volta, le aveva detto che, se l’aiutava, poteva immaginare quello che le succedeva in testa come qualcosa di non molto diverso da Closingtown: qualcosa strappa il Tempo, per cui non si è più puntuali con niente e si è sempre un po’ altrove agli appuntamenti, con le emozioni, o con le cose. Il professore diceva che quella era la sua malattia, volendo.
Il capitolo prosegue con la voce di Ruth che alterna il racconto del western a quello dell’incontro con Shatzy e del suo raccontare il western a lei e alle altre ricoverate dell’ospedale psichiatrico ( Ruth incontra Shatzy ).
Le gemelle Dolphin convincono Phil Wittacher a riparare il grande orologio che il loro fratello aveva fatto montare in una torre di legno, proprio nel centro della Main Street, sotto la cisterna dell’acqua. Non ce n’era un altro, grande così, in tutto il West e lo chiamavano “il Vecchio”, perché andava lento, e sembrava saggio. Le sorelle Dolphin sono convinte che, facendo ripartire quello, anche tutti gli altri orologi e il tempo di Closingtown e il destino dei suoi abitanti si rimetteranno in movimento.
Loro vogliono morire lì, in un giorno senza vento, crepare all’ora giusta, senza polvere negli occhi.
Phil Wittacher sorride e pensa che il mondo è pieno di matti.
Il capitolo si chiude con le parole:
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- Phil Wittacher si alza.
- Immagino sia assolutamente idiota, ma lo farò.
Dice.
Julie Dolphin sorride.
- Ne ero sicura, mister Wittacher. E vi sono davvero molto grata.
Melissa Dolphin sorride.
- Aprigli il culo, a quel bastardo. Senza pietà.
Phil Wittacher la guarda.
- Non è un duello.
- Certo che lo è.
Musica.
Il Vecchio era talmente grande che a entrarci sembrava di entrare in una casa. Si apriva una porta, si saliva qualche gradino, e si finiva direttamente nella cassa dell’orologio.
______________
Il capitolo prosegue con il racconto, dal western di Shatzy, di Phil Wittacher che studia il meccanismo del Vecchio passando tre giorni dentro il grande orologio, appendendo lanterne dappertutto, facendo mille disegni e poi chiudendosi nella sua stanza al piano sopra il saloon a studiarli (Il Vecchio).
Riesce a sapere che Arne Dolphin, prima di fondare Closingtown e costruire il Vecchio, inventava casseforti.
Una sera riceve la visita nella sua camera del vecchio pistolero Bird e anche lui gli offre dei soldi, quelli che tiene per un mariachi che non arriva mai, affinché ripari il Vecchio alla svelta, perché lui ha bisogno di morire. Gli dice che quello è un duello e che un pistolero, durante un duello, guarda negli occhi l’avversario. Fa un cenno con la testa, verso i disegni che ingombrano il tavolo e la stanza e dice all’orologiaio che fissare le pistole non serve a niente. Perché quando vedi qualcosa, è troppo tardi ormai.
Il giorno dopo Phil Wittacher fa togliere tutte le assi che erano inchiodate davanti al quadrante del Vecchio.
Le lancette erano fisse sulle 12 e 37 e, come dicevano le sorelle Dolphin, sembrava un occhio cieco che non la smetteva mai di guardarti. Lui e le sue tredici carte di quadri al posto dei numeri e del marchio del costruttore.
La mattina del quarto giorno si sveglia all’albae si dà dell’idiota.
Poi scende al saloon da Carver e gli chiede chi è il più vecchio di Closingtown.
Il capitolo si chiude con le parole:
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Phil Wittacher esce dal saloon, arriva alla casa del giudice, bussa alla porta, la apre, entra nella penombra, vede un grande letto e sopra, mezzo vestito, un uomo enorme.
- Mi chiamo Phil Wittacher -, dice.
- Vaffanculo.
- Sono quello che ripara il Vecchio.
- Auguri.
Prende una sedia, la avvicina al letto, si siede.
- Com’era l’uomo che lo costruì?
- Cosa vuoi sapere?
- Tutto.
- Perché?
- Devo guardarlo negli occhi.Le prime volte Shatzy veniva, restava un po’, poi se ne andava. Potevano anche passare giorni senza che la vedessimo. In quel periodo io ero interna all’ospedale. Era un periodo di quelli.
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Il capitolo prosegue con il racconto da parte della voce di Ruth su Shatzy ( Ruth racconta Shatzy ).
Segue la scena, dal western di Shatzy, della visita di Phil Wittacher al giudice.
Phil Wittacher chiede al giudice di raccontargli tutto quello che sa su Arne Dolphin ( Il giudice racconta Arne Dolphin ).
Era l’uomo che si era inventato il mondo di Closingtown. Una notte, ci fu una discussione tra lui e il fratello, Mathias, e il mattino dopo Arne era sparito e il deposito dell’oro vuoto. Mathias prese con sé cinque uomini e senza dire una parola partì con loro al galoppo verso il deserto. Qualche giorno dopo videro tornare i loro cavalli, al passo con le loro teste con gli occhi bruciati legate alle selle.
A Closingtown pagarono lui, il miglior cacciatore di taglie che trovarono, e glielo mandarono dietro. L’aveva inseguito per vent’anni, sfiorandolo mille volte, senza mai riuscire nemmeno a vederlo in faccia. Adesso segue le sue mosse, riconoscendole attraverso i giornali, e lo aspetta, come si fa quando si perde un cavallo, vicino all’acqua perchè è convinto che quell’uomo ha sete e tornerà per bere. E, se alla sua età si corre male, si aspetta da dio.
Phil Wittacher gli chiede del Vecchio.
Il giudice gli dice che in verità lui non l’ha mai visto funzionare e gli chiede cos’ha di rotto.
Phil Wittacher risponde che non è rotto ma che è fermo.
Il capitolo si chiude con le parole.
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- Non per farvi fretta, mister Wittacher, ma credete di essere sulla buona strada per capire cosa non funziona nel Vecchio? ,- dice Julie Dolphin.
- Funziona tutto.
- Ci prendi per il culo?
- Non è rotto. È fermo.
- Fa differenza?
Prende il suo cappello in mano, Phil Wittacher.
- Sì -, dice a se stesso.
Il mio bambino si chiamava Gould.
Tutto quel giorno di caldo e vento Phil Wittacher lo passa chiuso dentro il Vecchio.
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Il capitolo prosegue con la ricostruzione, dal western di Shatzy, delle vicende all’origine dello strappo del tempo di Closingtown da parte di Phil Wittacher ( L'orologiaio guarda negli occhi l'avversario ).
L’orologiaio, dapprima interroga le gemelle Dolphin su quello che avvenne quella notte fra Arne e Mathias e viene a sapere che i fratelli ebbero una discussione perché il fiume non dava più oro e Mathias s’era messo d’accordo con altri cinque capifamiglia sull’idea di prendere tutto l’oro e andarsene, di notte e aveva chiesto ad Arne se ci stava. Arne non voleva saperne. Diede a Mathias il suo orologio da tasca d’argento dicendogli che la città era sua. Poi raccolse la sua roba e partì dicendo che non sarebbe mai più tornato.
Mathias era ubriaco e si mise a spaccare tutto, poi uscì e tornò al mattino. Andò dove tenevano l’oro e, non trovando più niente, capì che Arne si era portato via tutto. Prese con sé gli altri cinque e partirono al galoppo, sulle tracce di Arne.
Quattro giorni dopo tornarono i loro cavalli con le loro teste mozzate, con gli occhi bruciati attaccate alle selle.
Phil Wittacher chiede che ora era quando arrivarono i cavalli ma sa che è una domanda stupida da quelle parti. Le Dolphin rispondono che era sera.
Ruth racconta che lei e gli tutti gli altri chiedevano a Shatzy se Phil Wittacher avrebbe fatto ripartire quell’orologio e che Shatzy rideva e magari non lo sapeva neanche lei ( Ruth racconta Shatzy ). L’unica cosa che odiava, in Shatzy era che lei parlava di quel bambino, del suo bambino, come se niente fosse, e lei questo non lo sopportava.
Il capitolo prosegue con la scena del western in cui Phil Wittacher, al saloon, chiede a Carver se c’era qualcuno in quella dannata città che odiasse Arne Dolphin già da prima che se ne andasse. Se suo fratello Mathias, lo odiava.
Il capitolo si chiude con le parole:
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Carver si ferma. Guarda Phil Wittacher.
- Hai mai avuto un fratello che era dio?
- No.
- Be’, l’avresti odiato, ogni giorno della tua vita, in segreto e con tutta la forza del mondo.
Sulla scrivania aveva due foto incorniciate. Shatzy. Una era di Eva
Braun, l’altra di Walt Disney.
Phil Wittacher nel sole del mezzogiorno, in piedi appoggiato al muro del saloon, con il cappello calato sugli occhi e il fazzoletto alzato sulla bocca per difendersi dalla polvere. Guarda il quadrante del Vecchio, lancette e numeri da giocatore di poker.
Si mette a camminare.
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Il capitolo prosegue con la scena, dal western di Shatzy, in cui Phil Wittacher pensa che quella è una storia di vecchi e lui non c’entra niente e si ripete con allegria che lui è solo un orologiaio e dice a voce alta che è ora di andarsene, che non è un lavoro per lui, saluti a tutti. Pensa che non ha una sola ragione per rimanere e far partire quell’orologio. Poi si ferma e guardando davanti a sé, vede Melissa Dolphin che spazza la strada davanti a casa.
Il capitolo si chiude con le parole:
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Sembra un fantasma esile, paziente, invincibile e vinto.
Phil Wittacher entra nella casa del giudice. Penombra, puzza di merda e sigaro. Giornali dappertutto.
Prende una sedia e la avvicina al letto. Si siede.
- Sempre dell’idea che il cavallo verrà prima o poi a bere?
- Puoi scommetterci, ragazzo.
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Il capitolo prosegue con la scena, dal western di Shatzy, nella quale Phil Wittacher organizza il duello finale ( L'organizzazione del duello ).
Dice al giudice di avere fatto uscire sui giornali la notizia che domenica 8 giugno, alle ore 12 e 37, avrebbe fatto ripartire il Vecchio per attirare quell'uomo a Closingtown e gli spiega che lui dovrà fare in modo che nessuno gli pianti un proiettile in mezzo agli occhi quando arriverà, perché gli serve vivo, seduto a un tavolo con lui per il tempo di raccontarsi un paio di storie.
Poi Phil Wittacher va da Bird e gli chiede se sa come sparava Arne Dolphin. Bird non ha mai conosciuto Arne Dolphin ma sa che di lui si dice che fosse un po’ lento a estrarre ma che avesse una mira bestiale, cosa che a quanto pare era una dote di famiglia.
Phil Wittacher gli dice che, se è sempre dell’idea di morire e non ha impegni per l’8 giugno avrà bisogno di lui e delle sue pistole, se lavorano ancora insieme.
Bird gli dice che può contare su di lui.
Poi va dalle sorelle Dolphin.
Dice loro che fra due domeniche, alle 12 e 37, farà ripartire il Vecchio. Dice che sarà un gran casino, ma l’hanno voluto loro e anche se gli piacerebbe dire loro di stare chiuse in casa, sa che non lo farebbero e quindi preferisce che facciano la loro parte, ma senza improvvisazioni, e rispettando gli ordini.
Le sorelle Dolphin fanno cenno di sì col capo e Phil Wittacher dice che quando sarà tempo, farà sapere loro tutto.
Il capitolo prosegue con la voce di Ruth che racconta che quello era più o meno l’ultimo pezzo di western che aveva sentito dalla voce di Shatzy. Non sa se ne aveva ancora un po’ e l’aveva portato via con sé. Se n’era andata in un modo brutto e questo per Ruth è un’ingiustizia, perché ognuno dovrebbe poter scegliere su che musica ballare la propria fine ( La fine di Shatzy ).
Il capitolo si chiude con le parole:
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Ho in casa centinaia di sue cassette registrate, piene di western.
E ho in mente due cose che mi disse di Gould, che non dirò mai a nessuno.
L’abbiamo sepolta qui a Topeka. La frase sulla lapide l’aveva scelta lei. Nessuna data. Solo: Shatzy Shell, niente a che vedere con quello della benzina.
Ti sia lieve la terra, piccola.
Soffia il vento sotto un sole giaguaro, e la strada di Closingtown fuma polvere come la canna di un camino dove stanno bruciando la Terra intera.
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Il capitolo prosegue con il finale del western.
Domenica 8 giugno, sole allo zenit. Da est, dalla nube di polvere, dal passato, appaiono dodici cavalieri che avanzano allineati, uno di fianco all’altro, coprendo la strada in tutta la sua larghezza (L'arrivo dei dodici cavalieri a Closingtown).
Undici hanno lo spolverino giallo. Uno: nero.
Dalla porta del saloon esce Melissa Dolphin e dice all’uomo in nero, chiamandolo Arne, che ci sono 138 fucili puntati, poi torna al saloon.
L’uomo in nero scende da cavallo e entra al saloon dove Phil Wittacher è seduto in fondo, all’ultimo tavolo nell’angolo.
Il capitolo prosegue con il dialogo in cui Phil Wittacher dice all’uomo in nero di sapere che il Vecchio non è un orologio ma una cassaforte e che lui non è Arne Dolphin ma Mathias.
In cambio del suo silenzio sulla storia, Phil Wittacher chiede a Mathias il suo orologio d’argento con la combinazione per fare ripartire il Vecchio senza romperlo. Mathias Dolphin posa l’orologio, fermo, sul tavolo, poi reagisce sparando al giudice, che lo aveva tenuto per tutto il tempo sotto tiro, e a quel colpo, fuori si scatena l’inferno mentre Mathias immobilizza Phil Wittacher per farsi scudo nella fuga. Quando la sparatoria fuori cessa, Mathias trascina Phil Wittacher in strada, puntandogli la pistola alla testa (Il duello).
La strada centrale di Closingtown è un cimitero di cavalli e spolverini gialli, vento, polvere e cadaveri. Decine di uomini, con le armi in mano, appostati sui tetti, ovunque guardano in silenzio, con il fucile abbassato. Phil Wittacher spiega a Mathias che tutti credono che Arne e nessuno ucciderebbe Arne. Bird però avanza al centro della strada, tenendo le braccia incrociate e sfiorando con le mani le pistole. Il Vecchio è alle sue spalle.
Phil Wittacher pensa che Bird è magnifico, poi gli urla la combinazione, “poker di donne e re” e Bird spalanca le ali, girando su se stesso, lo spolverino che si apre nel vento, e spara quattro colpi rapidissimi in faccia al Vecchio.
Mathias mira a Bird e gli spara due colpi in mezzo alla schiena.
Bird, cadendo spara ancora il quinto colpo, al Re.
Il Vecchio fece: CLAC.
Da una finestra del saloon, Julie Dolphin allinea occhio, mirino, uomo, dice “Addio fratello”, preme il grilletto e la testa di Mathias esplode di sangue e cervello.
L’indiano, nel saloon, canta piano, apre un pugno e lascia scivolare tra le dita della terra d’oro.
L’orologio d’argento, sul tavolo, inizia a ticchettare e la lancetta del Vecchio trema e a si sposta sulle 12 e 38, poi un’esplosione spara in aria, nella luce del mezzogiorno, un fiume luccicante di acqua e oro.
Phil Wittacher guarda per terra, prende un pugno di polvere e la lasca scivolare tra le dita pensando che non c’è vento.
Bird chiude gli occhi e l’ultima cosa che dice è: “Merci.” (Bird lo seppellirono).
Il capitolo si chiude con le parole:
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Non un alito di vento, e folate limpide di rosso tramonto sull’orizzonte di Closingtown. Phil Wittacher si preme il cappello sulla testa e sale a cavallo. Guarda lontano, davanti a sé. Poi si gira verso le sorelle Dolphin: immobili, in piedi, i capelli bianchi ben ordinati in una geometria senza errori.
Silenzio.
Il cavallo abbassa la testa un paio di volte, poi alza il muso, ad annusare l’aria.
Julie Dolphin ha gli occhi che luccicano di lacrime. Tiene le labbra strette. Fa un cenno con la mano, piccolo, ma a Phil Wittacher sembra bellissimo.
- Culo stretto e pistole cariche ragazzo -,dice Melissa Dolphin. - Il resto è poesia inutile.
Phil Wittacher sorride.
- Non è un duello, la vita- dice.
Melissa Dolphin spalanca gli occhi.
- Certo che lo è, idiota.
Musica.
THE END.
- No, è una cosa completamente diversa.
- Pensi che sia una questione di esperienza, o... di saggezza, se vogliamo usare questo termine?
- Di saggezza?... non so, credo che sia piuttosto... diciamo che è diverso il modo in cui senti il dolore...
- In che senso?
- Voglio dire... quando sei giovane il dolore ti colpisce ed è come se ti sparassero... è la fine, ti sembra che sia la fine... il dolore è come uno sparo, ti fa saltare in aria, è come un’esplosione... ti sembra senza rimedio, una cosa irrimediabile, definitiva... il punto è che non te l’aspetti, questo è il nocciolo della faccenda, che quando sei giovane il dolore non te lo aspetti, e lui ti sorprende, ed è lo stupore che ti frega, lo stupore.
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L’epilogo prosegue con l’intervista di Dan de Palma a Larry Gorman (Epilogo).
Larry spiega che quando invecchi... non esiste più quella cosa dello stupore e il dolore non riesce più a prenderti di sorpresa... lo senti, ma è solo stanchezza che si aggiunge a stanchezza, per questo la boxe la puoi fare finché campi, se vuoi.
Lui aveva lasciato perché aveva pensato che era stanco, non di pugni, ma di stare là sopra… senza scampo, negli occhi di tutti, e, tutto d’un colpo gli era venuta una voglia bestiale di stare in un posto in cui nessuno poteva vederlo. Così era sceso, nel bel mezzo di una sfida per il mondiale, alla quarta ripresa, con Butler, anche selui aveva il campionato del mondo ficcato in testa dal primo giorno che era entrato in palestra. Mondini lo aveva sempre detestato per quello ma... in quegli anni aveva imparato a essere vivo.
Con Mondininon era stata una bella storia. Si erano lasciatidopo l’incontro con Poreda. Prima di quella quarta ripresa, l’ultima, nell’angolo, durante il minuto di pausa, Mondini era ormai uno che lo aveva abbandonato. Non avrebbe dovuto gettare la spugna a ventidue secondi dalla fine del round per poi dire che non gli piaceva vedere i suoi allievi fatti a pezzi. Lui avrebbe potuto continuare così per tutta la settimana, era giovane e Poreda era vecchio.
Dopo era passato al clan dei fratelli Battista che avevano i mezzi per portarlo al mondiale... ma c’era una cosa di Mondini che non aveva mai detta a nessuno, che quattro anni dopo quel match, dopo che Mondini lo aveva screditato, come spesso faceva, sui giornali, lui andò dritto alla sua palestra, gli disse “Vaffanculo Mondini” e iniziò a picchiare, fino a quando non lo vide per terra.
Dopo Mondini, non aveva più avuto Maestri e aveva boxato da solo, in tutti quegli anni.
Dopo... dopo cinque anni di pugilato professionistico, con un record di 8 vittorie e una sola sconfitta, con la vittoria su Miller diventò lo sfidante ufficiale di Butler, per il mondiale.
A Cincinnati, gli tolse la corona di campione del mondo. Otto mesi dopo il match di Cincinnati, concesse la rivincita a Butler e andòincontro alla seconda sconfitta della sua carriera.
Qualcuno disse pure che i Battista avevano già in mente il terzo incontro e una montagna di soldi e che lo avevano costretto a perdere. Ma la verità è che era tutto molto strano in quel momento, era un po’ come se tutti avessero in testa che la cosa giusta era fare una bella, alla fine, anche lui. La gente vede quel che vuole vedere e si erano convinti che aveva venduto l’incontro.
Se adesso che ha lasciato e fa un’altra vita gli manchi il ring, e il pubblico, e i titoli sui giornali, o la palestra, quel mondo, quella gente, è un po’ difficile dirlo. Sono cose diverse. Quella era una storia finita, c’erano delle cose molto belle, e gli succedeva di essere felice, anche in modi strani, che non è facile spiegare.
Com’è la vita adesso però è una domanda privata, non una domanda da fare alla radio e Larry chiede a Dan de Palma di spegnere il registratore.
Clic
L’epilogo si chiude con le parole:
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Clic.
Gould spense la luce dei bagni. Alzò lo sguardo all’orologio.
Tre minuti alle sette. Aprì l’armadietto, si tolse il camice bianco e lo appese alla gruccia di plastica. Prese dal tavolo il cartellino con sopra scritto Grazie e lo mise via, sul piano in alto. Poi guardò il vaso di vetro con le mance. Aveva messo a punto un suo sistema per prevedere il totale prima di contare i soldi: era un sistema che incrociava diverse variabili, comprese alcune tipo il tempo atmosferico, il giorno della settimana o la percentuale di bambini che avevano usato i gabinetti. Così si mise anche quella volta a calcolare e alla fine si fissò in mente una cifra. Poi svuotò il vaso di vetro sul tavolo e iniziò a contare. Di solito aveva una percentuale di errore che non superava il I8 per cento. Quel giorno andò molto vicino a beccare la cifra esatta. Sette per cento in più. Stava migliorando. Raccolse le monete e le mise in un sacchetto di nylon. Lo chiuse e lo ripose nella cartella. Diede un’occhiata in giro, che tutto fosse a posto. Poi prese il cappotto, dall’armadietto, e se lo infilò. Nell’armadietto c’erano un paio di stivali di gomma, un atlante geografico e un po’ di altre cose. C’erano anche tre foto, appese allo sportello. Ce n’era una di Walt Disney e una di Eva Braun. Poi ce n’era una terza. Gould chiuse l’armadietto. Mise a posto la sedia, spingendola sotto il tavolo, prese la cartella, andò verso la porta, si voltò, diede ancora un’occhiata, poi spense la luce. Uscì, si chiuse la porta alle spalle e salì le scale. Il supermercato, sopra, stava chiudendo anche lui. Cassette semivuote, e commessi che spingevano treni di carrelli. Andò a posare le chiavi da Bart, nello stanzino della sorveglianza.
- Tutto bene, Gould?
- Da dio.
- Stai buono, eh?
- A domani.
Uscì dal supermercato. Era buio e tirava un vento gelido. Ma l’aria era pulita, di vetro pulito. Si tirò su il bavero del cappotto e attraversò la strada. Diesel e Poomerang lo stavano aspettando, appoggiati a un cassonetto della spazzatura.
- Com’era la merda?
- Abbondante.
- È la stagione, cagano che è un piacere, d’inverno, nondisse Poomerang.
Avevano tutti e tre le mani sprofondate nelle tasche. Odiavano i guanti. Se ci pensi, di tutte le cose belle che puoi fare con le mani, non ce n’è una che puoi fare se ti sei messo i guanti.
- Andiamo?
- Andiamo.